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Il carattere
narcisista nella selezione del personale
Cap. 4 Possibilità di utilizzo della Teoria Bioenergetica nella Selezione del Personale
4.10 Il carattere narcisista
Il bambino, diceva Alice Miller (Alice Miller, 2012) si
ispira e ama immensamente i propri genitori, li percepisce come
fossero Dei. Se i genitori sono persone non risolte, questa
posizione del piccolo può rappresentare un’irresistibile
opportunità. Assecondare questa tentazione comporta un abuso
emotivo del bambino che si attua attraverso l’inversione dei
ruoli. In questa dinamica folle, è il genitore che pretende di
essere emotivamente compreso e sostenuto dal bambino. In questo
modo il genitore genera per il piccolo, egli non può essere in
grado di soddisfare la richiesta delirante del genitore. “Il
bambino è disponibile, il bambino non ci fugge come un tempo ci
era sfuggita nostra madre. Un bambino possiamo educarlo in modo
da farlo diventare come piace a noi” (Alice Miller, 2012, pag.
17) Il bambino emotivamente abusato si sforza di adeguarsi in
qualche modo e sviluppa qualità empatiche straordinarie. Così
inizia il dramma del bambino dotato. Il piccolo sarà costretto a
rinunciare alla sua natura di bambino, ai suoi legittimi limiti,
alla sua spontaneità, in altre parole, dovrà rinunciare alla sua
umanità. Il fanciullo perderà gradualmente la sua autenticità,
non sarà più in grado di sentire le sensazioni per quello che
sono e viverle con la gioia tipica dell’infanzia, ma sarà
costretto a generare la sua seconda natura, quella adattiva.
Prenderà forma l’immagine di sé, utile per soddisfare il più
possibile ciò che la sua famiglia vuole. Perso sé stesso, il
piccolo si sentirà smarrito, sensazioni di vuoto e di vergogna
albergheranno il suo spirito. L'immagine di sé prende il posto
del sé reale, le sensazioni saranno diverse di quelle che un
essere umano normale sente e si farà sempre più spazio il
narcisismo patologico. Il piccolo potrà percepirsi unicamente
attraverso l'immagine di sé che l'altro gli trasmette.
(Alexander Lowen, 2013). Prende forma l’amore oggettuale
patologico che si manifesta con: eccessiva invidia, scarsa
empatia, inclinazione a idealizzare o svalutare e disprezzare,
inoltre, presenza di difese maniacali come il controllo
dominante e attrazione verso il trionfo, diffidenza, nei casi
più gravi, desiderio di rubare e di sfruttare persone e
situazioni. L'autostima è mediata principalmente dalla vergogna
che dalla colpa. (Alexander Lowen, 2013) Nella selezione del
personale, candidati con queste caratteristiche sono adatti a
ricoprire ruoli che offrono immediata gratificazione, anche a
prescindere dal risultato. Queste modalità di interazione si
sintonizzano, comprendendosi facilmente e in modo collusivo con
altre strutture narcisistiche di personalità. Saranno abili
venditori di beni di lusso, operatori a diverso livello e titolo
nella moda e in tutti gli ambiti dove non è richiesta una reale
competenza, ma sensibilità verso le sfumature superficiali
dell’esistenza umana. Una persona sana ha attiva la funzione
riflessiva, anche se, in parte, condizionata dal mondo esterno.
La coscienza autoriflessiva è una stazione dell’evoluzione che
permette al genere umano di migliorare la conoscenza di sé per
favorire il personale adattamento all'ambiente. La persona sana
è in contatto stretto col proprio corpo, che ne costituisce la
reale identità, il narcisista ha forti resistenze perché ha
difficoltà percettive. È immorale, riguardo i valori umani,
l’altruismo che scavalca il piacere del corpo. Il narcisista
patologico è costretto a dividere l'immagine di sé dalla propria
parte autentica, è adattato a il suo vero sé, creando
un'immagine idealizzata, lontana dalla realtà. Il narcisista
presenta questa modalità di funzionamento, in linea con
l’immagine richiesta dai genitori nel corso del suo sviluppo.
Quello che i genitori desiderano di lui si sostituisce alla
stessa natura. Nella sua storia personale si sono reiterate
esperienze di:
Richieste Impossibili → Umiliazione → Vergogna
→ Narcisismo → Uccisione del Sé del Bambino (Alexander Lowen,
2013)
Il carattere rigido invece ha sperimentato un altro desiderio
dei genitori: Richieste Possibili → Impegno → Gratificazione
(Alexander Lowen, 1989) La patologia più grave di narcisismo ha
una genesi antica, un periodo compreso dalla nascita al primo
anno di vita. La madre si relaziona col bambino come se fosse
una parte di sé e non un essere umano diverso da sé. La mancanza
di empatia verso il piccolo è presente dai suoi primi momenti di
vita, il bambino è idealizzato totalmente, ma non rispettato per
la sua autenticità infantile. Se egli non combacia con
l’immagine che la madre ha idealizzato (mio figlio è diverso
dagli altri, non si lamenta, non frigna, non infastidisce, etc.)
nella sua realtà e spontaneità il bambino è percepito dalla
mamma come un mostro, guardato con orrore. L’orrore si trasforma
nell’immagine che il bambino riceve di sé e della sua autentica
natura. La mamma lo vede come un mostro se diverso da ciò che
lei desidera, in questo modo il bambino diventa il luogo dove la
madre getta le parti più patologiche di sé, comunicando, anche
in modo non verbale: se mi deludi non vali nulla, non esisti per
me. Diventato adulto, per il narcisista il tema dell'umiliazione
e della vergogna è devastante, il suo vero sé è stato distrutto.
È un soggetto davvero vulnerabile perché la ferita e precoce, è
stato trafitto in un momento in cui per la sua sopravvivenza era
completamente dipendente dalla madre. La ferita narcisistica in
quel periodo porta al ritiro, nella vita lo accompagnerà
l'illusione della grandezza (sono il migliore se riesco), ma non
ci prova mai per effetto della scarsa carica energetica. Si
sente fragile e agisce la percezione di debolezza criticando il
lavoro, le abilità e le azioni degli altri, è abile a trovare
difetti su tutto e tutti, ma lui non si sperimenta mai
(Alexander Lowen, 2013). Nella selezione del personale,
candidati con queste caratteristiche non sono adatti al lavoro
di gruppo, possono essere tuttavia impiegati in mansioni che non
richiedono interazioni sociali, come tecnici specializzati che
lavorano all’interno di laboratori, come riparatori di strumenti
elettronici o oggetti. Restauratori, orafi, orologiai e tutte le
mansioni dove l’eventuale critica riguarda esclusivamente la
propria mansione. Nel caso in cui la madre dimostrasse pietà per
un bambino così piccolo e indifeso, la ferita sarà solo
rimandata a quando nel piccolo si svilupperanno le prime
abilità, come camminare, parlare. È in questo periodo di
sviluppo che l'immagine idealizzata della madre si manifesta
potentemente, diverrà una madre esigente e prepotente che non
accetta alcuna espressione naturale del piccolo. Le richieste si
faranno sempre maggiori e impossibili per un bambino di circa
due anni: (non devi sporcarti quando mangi, tu sei speciale e
non giochi come gli altri bambini, a te piace leggere, non
giocare in spiaggia ma prendi il sole davanti e dietro in modo
che l’abbronzatura sia perfetta, etc). Allo scopo di essere
accettato, il fanciullo dovrà tentare di aderire all’immagine
che il genitore ha costruito di lui. Tuttavia, la sua maschera
nasconde l'emozione che il narciso non vuole sperimentare lo
sguardo di disapprovazione della madre, che lo vede come un
mostro. Da questo momento la gratificazione si sostituisce al
piacere, il potere alla relazione. Nella vita, anche
successivamente, da adulto è adattato a ottenere gratificazione
a patto che sia ciò che a suo tempo la madre pretendeva da lui,
che fosse: bravo, mite, intelligente, scaltro, etc. Diverrà un
campione ad adattarsi alle richieste degli altri. È stato
addestrato a creare illusioni sopravvivere alle impossibili
richieste dei genitori. Un bambino sfruttato, non visto,
schiacciato, non rispettato, sarà un adulto non più in grado di
essere semplicemente sé stesso, si sentirà costretto a recitare
una parte lontana dal vero sé, allo scopo di sentirsi adeguato a
tutte le situazioni della vita. Il narcisista è molto confuso
risguardo amore, relazione e legame, il suo problema è nella
prestazione ad ogni costo. La patologia sociale del narcisismo
oscura i confini ed esalta gli orizzonti, il bisogno di
riconoscimento travolge relazioni e umanità. Nel narcisista c’è
una divisione tra piacere e gratificazione, anche nella
sessualità, deve sentirsi bravo, in assenza di piacere sincero,
è costantemente concentrato su quello che il prossimo pensa di
lui. Come nella sessualità, anche nelle attività professionali
riflette la stessa modalità di funzionamento, non è in grado di
svolgere un compito con piacere, è continuamente dipendente
della conferma degli altri, si nutre di complimenti. (Alexander
Lowen, 2013). Questa posizione lo induce a provare a
sperimentarsi particolari lavori anche se non possiede le
competenze necessarie, si muove nel mondo solo con la sua
immagine idealizzata del come se (Alexander Lowen, 2013). Come
se fossi esperto in, come se fossi un leader, come se fossi
adatto a ricoprire quel ruolo, etc. Questi elementi sono molto
importanti nel valutare candidati nella selezione del personale.
Al contrario, nel narcisismo il rispetto dei propri limiti è una
vera consapevolezza, anche se è attratto dalla perfezione.
Essere in grado di considerare e rispettare i propri limiti gli
permette uno scambio affettivo nelle relazioni sociali. In
questo modo sarà in grado di comunicare i propri bisogni,
fiducioso che l’ambiente, frequentemente, possa soddisfarli.
Nella selezione del personale, narcisisti sani costituiscono una
vera e propria risorsa. Sufficientemente ambiziosi, ma non
eccessivamente. Abbastanza orgogliosi, ma non in modo accecante
e compulsivo. Bisognosi di gratificazione, ma non si scompensano
se questa non aderisce alle proprie attese. Alla luce di queste
riflessioni, possiamo affermare che nel narcisista, maggiore è
stato l’adattamento alle folli richieste dei genitori, più
grande è la pervasività della patologia, il falso sé è
alimentato dalla paura di poter ancora incontrare l’orrore letto
negli occhi del genitore quando fu spontaneo. Per sopravvivere
si adatta alle richieste, anche se impossibili. Mentre nel
carattere orale, nelle forme depressive più gravi, è possibile
considerare il suicidio, non è così per il narcisista, lui si è
già ucciso a suo tempo rinunciando alla propria autenticità, al
contrario, il narcisista potrebbe diventare un assassino
(Alexander Lowen, 2013). Si differenzia dallo psicopatico
riguardo l’invidia, il narcisista è invidioso, lo psicopatico
no. Il narcisista ha una grande paura del rifiuto, potrebbe
scompensarlo. Il potere sugli altri gli serve per evitare il
rifiuto, mentre il potere per psicopatico è utile per sedurre,
manipolare e comandare il prossimo. (Alexander Lowen, 2013).
Nella selezione del personale è opportuno considerare questo
elemento. L’invidia e il bisogno di sentirsi sempre il numero
uno, pongono il narcisista a male adattarsi in contesti
competitivi, soprattutto se occupa posizioni direttive. Farà
richieste impossibili ai collaboratori creando un clima intriso
di negatività e insoddisfazione.
Dott.ssa Manuela Aruta
Viale Gorizia 6, 20144 Milano
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