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Il carattere
psicopatico nella selezione del personale
Cap. 4 Possibilità di utilizzo della Teoria Bioenergetica nella Selezione del Personale
4.7 Il carattere psicopatico
“Nella nostra cultura, in genere è la madre che stabilisce
narcisisticamente e saccentemente quale tipo di accudimento sia
più idoneo al suo bambino; in tal modo vengono ignorati,
disattesi e manipolati i veri, naturali bisogni bioenergetici di
quel bambino. Essi vengono infatti sacrificati sull'altare della
libertà dei genitori di trasmettere ai figli i valori di cui
quella famiglia è depositaria, calpestando il diritto del
bambino a sviluppare e ad esprimere valori diversi, quelli del
suo potenziale innato, del suo Emerging Self (intenzionalità
tesa all’esperienza ed alla conoscenza). Se questo conflitto sul
diritto di espressione si esaspera, una madre può reagire
nevroticamente alle richieste del suo bambino, e può divenire
ansiosa nei confronti di quelli che sono i bisogni evolutivi e
la psicomotricità; allora il bambino sviluppa la sensazione
dell'ostilità e dell'aggressione materna, e nello stesso tempo
si determina in lui l'ansia di accontentare la madre, così
premurosa ed ansiosa per certe funzioni, e così indifferente e
negativa per tutti gli altri canali relazionali. Allora il
bambino comincia ad avere dubbi sulle proprie funzioni naturali
che preoccupano tanto la madre, comincia a perdere fiducia nelle
proprie sensazioni corporee, in sé stesso, inizia a strutturare
le tensioni muscolari croniche ed a scambiare le sensazioni
corporee in funzione dei desideri materni. Solo così riesce ad
assopire il conflitto con la madre e ad illudersi che la mamma
lo accetti e lo ami al di là delle sole cure materne”. (Ezio
Zucconi Mazzini, 2010, pag. 70). La manipolazione è spesso
accompagnata da alterazioni della realtà, con frasi potenti e
condizionanti: Tu sei unico, sei il più bravo, sei il migliore
di tutti i bambini, per questo ti voglio così tanto bene. La
gratificazione si trasforma in pretesa condizionante. Il bambino
inizia a dubitare delle sue sensazioni, proprio perché la madre,
elogiandolo e manipolandolo, lo persuade di sentire quello che
nella realtà è quello che lei desidera che lui senta. La madre
del bambino psicopatico è particolarmente seduttiva e,
contemporaneamente, lo manipola. Alla nascita, il bambino
sperimenta il rapporto con la madre attraverso i suoi sensi. La
motilità ed il linguaggio arriveranno più avanti. Quindi, la
sensorialità è indispensabile per lo sviluppo. L’ambivalenza
della madre si articola in mutamenti di umore in funzione del
suo livello di soddisfazione riguardo l’adattamento del figlio
alle sue attese. Le reazioni del bambino si presentano con due
modalità: Reazioni passive, fino a quando la situazione cambia e
riprendano promesse e idealizzazioni; oppure, con energico
rifiuto riguardo l'attesa del cambiamento, con questa modalità
reattiva il bambino pretende che i suoi bisogni siano
immediatamente soddisfatti, narcisisticamente, tutto gli è
dovuto. In ogni caso, lo sforzo ad essere adeguato alle
richieste materne, bloccando la libera espressione emotiva,
attiva nel bambino la ribellione, subito soffocata per paura di
perdere l'amore. Identificandosi con l’aggressore, imparerà ad
utilizzare le stesse strategie materne: seduzione e
manipolazione. In questo modo il piccolo sostituirà il piacere
di essere in contatto con ciò che autenticamente prova con
quello di dover far finta di sentire quello che agli altri si
aspettano che lui senta. Il bambino inizierà così a negare
quello che sente e, di conseguenza, la sua autenticità.
(Alexander Lowen, 1978). Identificandosi col genitore che gli
usa violenza con l’arma della seduzione, il piccolo nega la
violenza subita e, imprigionando la protesta collegata a
sentimenti di ostilità perde la possibilità di ribellarsi e
diventa psicopatico, imparando a fare agli altri quello che lui
stesso ha subito. La falsità delle promesse materne si
trasformerà nella falsità collegata alle sue stesse promesse.
L’amore materno di cui lui ha bisogno sarà sostituito dall’unico
elemento disponibile: promesse vuote e false. Il bambino non può
mettere in discussione la veridicità delle promesse della madre,
l’effetto sarebbe troppo doloroso per lui, dovrebbe riconoscere
che sua madre è falsa. Il bambino dovrà adattarsi all’unico modo
per sopravvivere a questa drammatica situazione, diverrà
remissivo e senza sentimenti. Da grande sarà orientato a
diventare un parassita, un gregario, bisognoso di essere
gratificato con complimenti frequentemente non autentici, come
un camaleonte muterà l’immagine si se nei comportamenti.
(Alexander Lowen, 1978) Diversamente dal narcisista, lo
psicopatico si sente onnipotente, desidererà possedere potere,
dominio e controllo, così come il mare madre nel corso della sua
infanzia. Cercherà di sfruttare il prossimo attraverso la
manipolazione. Quando la psicopatia si fonde con aspetti
narcisistici, la persona non vuole essere gregario di nessuno,
ma di possedere gregari da manipolare a suo piacimento. La sua
ambizione più grande è: diventare un punto di riferimento per
gli altri, non solo un capo, il migliore leader, a qualsiasi
costo. Sempre spietato con gli ingenui, soddisfa il bisogno di
controllare esclude ogni ipotesi di sconfitta. Il pensiero fisso
di essere speciale, che può esprimersi anche attraverso
mitomania e megalomania, nega la presenza di qualsiasi
responsabilità, saranno sempre gli altri ad avere sbagliato
qualcosa. Non tollera alcuna critica, la sua difesa a riguardo è
l’utilizzo della menzogna come se fosse una realtà.
All’occorrenza può trasformarsi in un vero attore, recitando e
apparendo come se fosse autenticamente dispiaciuto per qualcosa
o qualcuno, può anche fingere emozioni e sentimenti. Alexander
Lowen (Alexander Lowen, 1978) parla di aridità affettiva, di
deserto emozionale, di mancanza di senso di umanità, i bisogni
degli altri non esistono per lui, così come si sente
indifferente ai sentimenti degli altri. La seduzione
manipolativa agita nel corso del suo sviluppo dal genitore del
sesso opposto non consente l'identificazione con il genitore
dello stesso sesso, lo psicopatico si sente superiore a lui: i
maschi si sentono superiori al padre e le femmine superiori alla
madre. Questa situazione lo induce a non sviluppare il Super Io
e le norme morali collegate, è quindi amorale nelle relazioni.
Non sente il bisogno del sostegno e dell'aiuto degli altri
perché ha paura di poter diventare uno strumento dell'altro,
come avvenuto nella sua esperienza infantile. È sempre
diffidente e guardingo, per lui non esiste la buona fede e
nemmeno che qualcuno possa essere animato da sincere
motivazioni, che possa essere privo di interessi secondari o
nascosti. La drammatica esperienza di essere stato sedotto e
manipolato da bambino, ha affinato in lui l’abilità di saper
cogliere il bisogno dell'altro e di utilizzarlo per il proprio
tornaconto personale, fingendo di essere un benefattore, animato
da vero amore per il prossimo. La sua frase abituale per
imprigionare la vittima nella sua rete, recitata in modo
seducente, ma senza mai abbassare lo sguardo, è: ma lo faccio
per te! Non appena riesce ad ottenere la fiducia ed a
attraversare ogni difesa, seduce e manipola le persone per
orientare la situazione solo a suo beneficio. È indifferente per
i danni provocati agli altri, può rovinare il prossimo senza
alcuna remora, il senso di colpa non gli appartiene. La
pericolosità dello psicopatico è aumentata dalla sua sottile
intelligenza, controlla con estrema attenzione ogni variante e
anticipa ogni probabile o possibile reazione difensiva delle sue
vittime. Come per una mosca in prossimità alla tela del ragno,
l'unica opportunità per non cadere nella trappola letale è
accorgersi prima della tela, anche se apparentemente invisibile;
così per la preda dello psicopatico, l’unica possibilità di
salvezza è di accorgersi della pericolosità prima di assecondare
ogni proposta. (Alexander Lowen, 1983) Spesso le persone
raggirate, in seguito dicono: non l’avrei mai immaginato, non
potevo crederci che fosse così. La risorsa dello psicopatico è
rappresentata proprio dalla naturale diffidenza che esprime
ovunque. È davvero difficile, se non impossibile raggirarlo o
manipolarlo per interesse, è sempre attento e guardingo,
utilizza la sua eccellente intelligenza per non trovarsi nella
condizione del soggetto debole, come quando era bambino. Nessuna
tecnica o furbizia potrà raggirarlo. Queste spiccate
caratteristiche, nella selezione del personale, lo rendono
particolarmente adatto a ricoprire ruoli di controllo e di
responsabilità verso insidie potenziali. Saranno adatti per
uffici legali, uffici commerciali, promotori finanziari e tutte
le posizioni dove è richiesta responsabilità e vocazione al
costante controllo e verifica delle potenziali insidie. Meno
idonei quali responsabili di settori e situazioni dove loro
collaboratori potrebbero essere esposti a svolgere mansioni
pericolose, come operai su ponteggi, catene di montaggio,
fabbriche con macchinari pesanti e tutti i lavori dove la cura e
la cautela si presenta inversamente proporzionale al rendimento.
Questi soggetti non hanno senso di colpa ed il desiderio di
potere, dominio e controllo potrebbe dimostrarsi pericoloso per
collaboratori subordinati.
Dott.ssa Manuela Aruta
Viale Gorizia 6, 20144 Milano
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Cell. 348 5245461
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