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l'esperienza d'amore è il paradiso ritrovato
Alexander Lowen in "Paura di vivere" descrive in modo
profondo, evocativo e poetico come l'esperienza d'amore espande
il corpo in uno stato di estasi spirituale che ricorda la
descrizione del paradiso. A pagina 58 Lowen scrive:
Per ognuno nascere é letteralmente essere espulsi dal
paradiso, Per la maggior parte degli esseri umani, la vita
intrauterina é considerata una felicità senza fine. Tutti i
bisogni sono soddisfatti e il benessere é assicurato. Non c'é
nemmeno bisogno di respirare, perché l'ossigeno é assicurato dal
sangue materno. Poi, improvvisamente, tutto questo finisce e il
bambino si trova in un mondo freddo, dove la vita dipende sempre
di più dai suoi sforzi. Questo sforzo non é sempre immediatamente seguito da successo. esistono il dolore
e il piacere, quest'ultimo nei primi giorni é sempre
rappresentato dall'intimità con la madre, il primo invece dalla separazione.
La gioia dell'amore é la sensazione del paradiso ritrovato.
All'inizio, quindi, é sempre un ritorno alla madre, un ritorno
simbolico nel suo grembo. Durante l'infanzia, si é uniti alla
madre con il contatto corporeo e con
l'allattamento. Il bambino
allattato conosce le gioie dell'amore, la sua intimità e il suo
calore. Ma anche questo paradiso viene perduto: quando il
bambino é in grado di stare sulle sue gambe come un essere
indipendente, avviene una separazione dalla madre. In quei paesi
in cui l'alimentazione al seno é una pratica accettata, può
essere protratta fino a tre anni e più: poi, all'incirca tra i
tre e i cinque anni di età, il bambino é svezzato. E'
un'esperienza dolorosa, perché rappresenta un'altra perdita di
amore e di gioia, Per fortuna, la natura dà all'individuo
un'altra possibilità di guadagnare il paradiso o la gioia
dell'amore. Questo accade con la comparsa della
sessualità
infantile, che consente al bambino di ristabilire un
forte legame con il genitore con le sensazioni, la fantasia e la
realtà. Il bambino vede sua madre sotto una nuova luce.
Diventa consapevole delle sue attrattive sessuali e si eccita
alla vista e al contatto del suo corpo. La bambina esperimenta
esattamente la stessa eccitazione emotiva con suo padre o
qualsiasi altro uomo che ne adempia le finzioni in quel periodo.
Questa é una sensazione di amore puro. Si fantastica di sposare
il genitore, di stare per sempre insieme. Questa nuova relazione
é sessuale perché implica sensazioni di eccitamento erotico e
desiderio di contatto, ed é genitale poiché si immagina un
rapporto sessuale reale, ma manca del concetto di scarica
dell'energia. Il forte piacere erotico al contatto del corpo si
estende a entrambi i genitori. E' l'età in cui il bambino ama
entrare nel letto dei genitori la mattina per sentire i loro
corpi e il calore animale che emanano. I genitori, tuttavia,
sono profondamente consapevoli dell'elemento sessuale di questo
contatto e mettono fine a quest'abitudine, spesso con
l'affermazione: "Sei troppo grande per queste cose, ora". Ma
anche questo paradiso giunge alla fine. Questa è la nostra
natura e il nostro fato. Perdiamo i denti da latte, ma una
seconda serie é già pronta. Smettiamo progressivamente di
considerare i genitori oggetti sessuali, man mano che entriamo
nel mondo esterno: andando a scuola, giocando con gli amici,
ecc. Cresciamo e maturiamo. E allora succede di nuovo: siamo
ormai adolescenti, abbiamo appena passato la pubertà.
Improvvisamente ci infatuiamo di una persona della nostra età e
di sesso opposto.
Realizzato, l'amore adolescente è il paradiso in terra. Non
realizzato, può essere l'inferno.
Di solito, nell'adolescenza, un'esperienza così profonda
viene vissuta una sola volta. Di nuovo lasciamo il paradiso, con
l'augurio di trovare un altro nella relazione amorosa con la
persona che sposeremo. Questo periodo di beatitudine non é
eterno, "ma finché morte non ci separi". soltanto nelle favole
la gente vive sempre felice e contenta, e anche nei film
romantici degli anni trenta e quaranta. Purtroppo, questo
paradiso raramente dura a lungo. Ben presto nascono le
delusioni, l'amore diminuisce e l'eccitazione sessuale scompare.
La felicità o il paradiso sono una illusione? Credo di si, ma
l'amore non é un'illusione. Pur essendo raro, ci sono coppie che
hanno conosciuto la gioia dell'amore per più di cinquant'anni.
Dov'é il vero problema? Se le prime esperienze d'amore di una
persona sono soddisfacenti, il suo matrimonio, credo seguirà
questo modello. Ma nella nostra cultura questo succede in
pochissimi casi. Ogni relazione amorosa dall'infanzia in poi
finisce dolorosamente (come dice Freud quando parla del primo
amore sessuale). Di conseguenza, si stabilisce un modello che si
struttura nel corpo come difesa contro il dolore. In questo modo
si stabilisce il proprio fato. Paragono spesso l'amore al gioco
del baseball perché in entrambi si applicano le stesse regole;
nel baseball, infatti, il battitore ha tre colpi a sua
disposizione: se li sbaglia tutti e tre, é eliminato. La maggior
parte di noi ha avuto a sua disposizione due colpi all'epoca
della pubertà. Al primo colpo c'é stato il fallimento del nostro
rapporto amoroso con la madre a livello
orale: il dolore per il rifiuto e il desiderio
insoddisfatto furono strazianti, come é dimostrato dai
sentimenti dei pazienti che durante la terapia sono regrediti
fino a richiamare alla memoria le prime esperienze. "Dov'eri?
Perché non sei qui con me?", é il sentimento che si manifesta.
Lo svezzamento prematuro dalla madre, dal suo seno o dal suo
corpo, é vissuto come un tradimento. Siamo profondamente
colpiti, ma andiamo avanti. Questo primo colpo é stato
disastroso per il nostro cuore, ma possiamo sopportarlo. A tre
anni circa giungiamo allo stadio genitale e stabiliamo un nuovo
rapporto amoroso con il genitore di sesso opposto. Poiché questa
nuova relazione si porta dietro l'eredità di tutti i desideri
provati nella fase orale, essa é molto intensa. Ma abbiamo visto
che anche questa relazione finisce con dolore. Di nuovo ci
sentiamo rifiutati e traditi. In nostri cuori sono di nuovo
"spezzati", qualche volta frantumanti dal nuovo dolore. Abbiamo
fallito un secondo colpo. Ancora uno e siamo eliminati - cioé
morti. Sentiamo che il nostro cuore non sopravviverà a una terza
esperienza traumatizzante. Pensiamo di non avere altra scelta
che chiudere il nostro cuore all'amore, e dalla morte
rinunciando a vivere. Ma facendo ciò, anche il crepacuore rimane
chiuso dentro di noi e dunque il dolore persiste, anche se non
ne siamo più coscienti. Abbiamo paura di amare e di vivere,
anche se vogliamo disperatamente entrambi. In alcuni momenti
apriamo il nostro cuore, ma non osiamo tenerlo aperto a lungo.
Possiamo provare amore, ma non possiamo esprimerlo.
Che cosa c'é nella situazione edipica che la rende così
terribile? Perché siamo così scandalizzati dall'amore sessuale
del bambino per il genitore? Per un certo numero di ragioni,
l'idea dell'incesto evoca orrore nella mente umana. Significa
che gli esseri umani si comportano come animali, giacché nel
regno animale i rapporti sessuali tra genitori e prole sono
comuni. Viola la nostra concezione dell'ordine naturale della
vita. Siamo destinati a continuare la specie - dal genitore al
figlio, che a sua volta genera un altro figlio. L'incesto
inverte questo flusso; evoca in noi lo stesso spavento che
proveremmo se il tempo andasse all'indietro o se l'acqua
scorresse verso l'alto. Inoltre, ci sono i pericoli sociali
creati dall'incesto, cioé le gelosie, i traumi e la violenza che
possono scoppiare in una famigli in cui esso accade. Tuttavia,
il pericolo di incesto prima della pubertà non é reale. Stiamo
parlando del bambino di cinque o sei anni, le cui attività
sessuali non sono diverse dai suoi giochi. Sono una preparazione
necessaria alla vita. Anche queste attività sono serie, le
consideriamo giochi perché non sono destinate ad avere
conseguenze reai. Naturalmente, un bambino desidera dormire con
la madre, ma non ha intenzione di farlo realmente e forse non sa
neppure come si fa. Ma con il rifiuto della sessualità del
figlio, i genitori si comportanto come se il pericolo fosse reale
e ciò dà una colorazione di realtà a sensazioni che altrimenti
resterebbero a livello di gioco. In realtà, i genitori spesso
fanno di più che rifiutare la sessualità del bambino. Lo
minacciano con gli sguardi e con i toni di voce. Quando una
madre vede la sua bambina sollevarsi il vestitino, come fanno
le bambine per esibire il proprio corpo e la propria sessualità,
spesso tratta la bambina con ostilità. Può dire: "Questo é male",
intendendo dire che é tipico delle prostitute, ma di solito é il
suo sguardo che raggela la bambina. Le bambine giocano con la
loro sessualità come i bambini giocano con i fucili (egualmente
simbolo sessuale). Ma nessuna madre accuserebbe il figlio di
essere un assassino. Perché la bambina sarebbe una prostituta?
La madre proietta sulla figlia le proprie sensazioni e questa
proiezione appesantisce la scena con emozioni adulte che la
bambina non può capire.
Queste reazioni dei genitori, a volta violente, indicano
ostilità che possono nascere in risposta al comportamento del
genitore, che considera il bambino un rivale o un perverso. Per
il bambino non è un espressione di ostilità o di perversione,
diventa tale per effetto delle traumatiche reazioni
dell'ambiente, creando ferite
edipiche a volte profonde. Nella vita adulta i traumi
sofferti alterano la possibilità di aprire il cuore all'amore, o
di presentarsi amorevolmente ai propri figli nelle loro naturali
tappe di sviluppo. il percorso di terapia personale consente di
raggiungere la consapevolezza, l'espressione e la padronanza di
sé.
Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico, Supervisore
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147
Studio di psicologia, psicoterapia, consulenza di coppia, mediazione familiare a Milano
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