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il ciclo di vita della famiglia

Ogni famiglia attraversa una successione di fasi diverse tra loro che scandiscono il suo percorso, definendo il suo ciclo di vita.

In che cosa consistono queste fasi?
Ogni fase è caratterizzata da specifici compiti di sviluppo che comportano una continua rielaborazione dei rapporti a livello di coppia, delle relazioni genitori-figli e di quelle con la famiglia d’origine.
Ogni appartenente alla famiglia, in ogni fase del ciclo di vita familiare, è impegnato ad affrontare più compiti di sviluppo, perché coinvolto in più relazioni.
La soluzione di questi compiti consente il passaggio alla fase successiva.

Definizione del ciclo di vita familiare
Lo sviluppo si realizza nel tempo ed è scandito da eventi critici che innescano processi di trasformazione, necessari al passaggio da una fase all’altra del ciclo di vita.
Di conseguenza, ogni famiglia attraversa cicli che si ripetono, caratterizzati da fasi di funzionamento (fungtioning) e di adattamento (adaptation) e intervallati da periodi di crisi familiare.


La crisi familiare (o evento critico):
Comporta difficoltà perché determina un periodo di scarsa organizzazione coordinata e  spinge ad un’attiva di ricerca per il raggiungimento di un nuovo livello di organizzazione.
Il superamento della crisi familiare dipende soprattutto dalle risorse di cui la famiglia dispone e dal potere rigenerativo della famiglia, per ristabilirsi dalla disgregazione risultante da un evento stressante.

LE FASI DEL CICLO DI VITA DELLA FAMIGLIA

PRIMA FASE: COSTITUZIONE DELLA COPPIA CONIUGALE

Nella costituzione della coppia coniugale non abbiamo la semplice unione di due individui, ma l’incontro di due storie di vita. La coppia è composta di tre parti: io, tu, noi. Queste parti sono a loro volta rappresentate da:

  • lui,
  • lei,
  • il modello di coppia e le aspettative di lui,
  • il modello di coppia e le aspettative di lei.

I modelli e le aspettative di ogni soggetto sono il prodotto delle attese elaborate dalle rispettive famiglie di origine. Nella formazione di una nuova coppia non si incontrano semplicemente i due partecipanti alla coppia, ma due storie di vita vissuta, con fasci complessi di relazioni.
Famiglia e credenze di lei, lei Famiglia e credenze di lui, lei, lui.

L'evento critico è rappresentato dalla formazione della coppia e dall'unione che avvia la nascita di una nuova famiglia (convivenza, matrimonio). I compiti di sviluppo coniugale sono tre:

  1. COSTRUZIONE DELLA IDENTITA’ DI COPPIA
  2. CURA DELLE DIFFERENZE
  3. DIFFERENZIAZIONE E SVINCOLO DALLA FAMIGLIA DI ORIGINE

COSTRUZIONE DI UNA IDENTITA' DI COPPIA, significa per la coppia la costruzione di un "noi" attraverso la loro relazione rispondente al loro progetto comune. Attraverso la comunicazione, ogni coppia inizia a darsi delle definizioni in merito alle funzioni, agli spazi e alle distanze che meglio rispondono: sia ai bisogni di intimità, sia a quelli di libertà personale.
Costruzione di un legame fiduciario: ognuno dei due protagonisti matura la fiducia di ricevere empatia dal proprio partner. Il coinvolgimento empatico significa impegnarsi per il bene dell’altro (dovrebbe essere una finalità della coppia); è diverso dal coinvolgimento narcisistico, in cui l’altro è visto in funzione di sé; tipico di molte coppie che raggiunta una crisi, non dispone dei mezzi affettivi per superarla.
Reciproco prendersi cura delle differenze. Nel coinvolgimenti narcisistico questo aspetto è assente.
Dialogo. E’ attraverso il dialogo che si esplorano e si costruiscono regole di condotta condivise, stili e pensieri di vita da percorrere insieme. Impegno, confronto e negoziazione sui vari aspetti della vita quotidiana: i partner stabiliscono le regole di condotta e si accordano riguardo i diritti, i doveri e gli spazi d’azione.
Lealtà alla famiglia di origine. Comunicando con affetto, tatto e fermezza il bisogno della coppia di costruirsi una identità per attuare armonicamente il loro progetto di vita insieme.

SECONDA FASE LA FAMIGLIA CON BAMBINI

Passare dall’essere solo coniugi a essere anche genitori è una transizione determinante nel ciclo di vita della famiglia, attraverso la quale, per la prima volta, il sistema familiare si trasforma in permanente e definitivo. Ci si può lasciare come coniugi, con ci si può lasciare come genitori. Quello da genitore è un ruolo che dura tutta la vita. (Scabini, 1997).

EVENTO CRITICO (Nascita del primo figlio)

COMPITI DI SVILUPPO:

Ridefinizione della relazione coniugale, considerando la genitorialità,
Costruzione di ruoli e funzioni genitoriali come figli,
Rinegoziazione di ruoli e posizioni rispetto alle famiglie d’origine.

COMPITI DI SVILUPPO SUL PIANO CONIUGALE

Ridefinizione della coppia coniugale, stabilendo confini chiari tra i sottosistemi coniugale e genitoriale:

Che cosa sono i sottosistemi nel sistema famiglia?

Il sistema famiglia differenzia e svolge le sue funzioni per mezzo di sottosistemi.
In ogni famiglia nucleare (comunità riproduttiva composta da madre, padre e figli), è possibile distinguere tre sottosistemi principali:

  1. Coniugale. Si occupa della relazione tra coniugi e funzioni di scambio e sostegno emotivo-affettivo coniugale.
  2. Genitoriale. Parliamo del sottosistema genitoriale che possiede funzione parentale. Il sottosistema vede impegnata la coppia sul versante dell’accudimento e dell’impegno nell’educazione dei figli.
  3. Dei fratelli.Questo sottosistema permette ai figli di sperimentarsi nelle relazioni tra i pari (negoziare, cooperare, competere).

Ogni sottosistema familiare ha specifiche funzioni e fa specifiche richieste ai suoi membri. Le funzioni dei sottosistemi sono molteplici. Ad esempio: il sottosistema dei genitori si occupa della funzione parentale, quello coniugale della relazione tra i coniugi, quello filiale della relazione dei figli. Ogni componente di una famiglia può far parte di diversi sottosistemi. Un individuo può essere contemporaneamente figlio, fratello, nipote, genitore, coniuge. In ogni sottosistema l’individuo ha differenti gradi di potere e funzioni diverse: può così sperimentare le capacità interpersonali a diversi livelli. I sottosistemi sono delimitati tra loro da confini (Minuchin, 1974). I confini di un sottosistema sono le regole che definiscono chi partecipa e come partecipa alle relazioni familiari. I confini svolgono quindi la funzione fondamentale di differenziare i sottosistemi rispetto a funzioni e ruoli all'interno del nucleo familiare. Ad esempio: un confine del sottosistema coniugale può essere quello per cui è la moglie e non la madre a preoccuparsi di stirare le camicie del marito: sono comportamenti significativi che dal punto di vista simbolico e affettivo; inoltre indicano le regole di relazione interpersonale. Perché la famiglia funzioni bene, i confini tra i sottosistemi devono essere chiari. Devono infatti: essere definiti in modo tale da permettere ai membri del sottosistema di esercitare le loro funzioni senza indebite interferenze. Ad esempio, la capacità dei due coniugi di adattarsi in modo complementare, richiede la non interferenza dei suoceri e dei figli; oppure, la capacità di negoziare con i coetanei, appresa tra fratelli, richiede la non interferenza dei genitori. Ciascun sottosistema emozionale deve avere il suo spazio. Nelle coppie disfunzionali, è frequente che i conflitti di tipo coniugale invadano l’ambito della relazione genitoriale, ove spesso il figlio si coalizza con uno dei genitori e può essere da entrambi triangolato o, ancora, può diventare il soggetto sul quale si proietta e devia il conflitto coniugale.

Tornando ai compiti di sviluppo sul piano coniugale, occorre includere gli aspetti genitoriali nella relazione di coppia: confrontarsi sul tipo di atteggiamento educativo che si dovrà avere col figlio. Ognuno dei partner ha appreso uno stile educativo dalla sua famiglia di origine: i due diversi stili devono essere quindi in grado di fondersi in un modello unico. La reciproca cura delle differenze dovrà intensificarsi tra i due coniugi, considerando i bisogni e gli interessi del proprio bambino.

COMPITI DI SVILUPPO SUL PIANO GENITORIALE

Assumere il ruolo genitoriale prendendosi cura della generazione più giovane. Prendersi cura significa offrire affetto e protezione per consentire al figlio di introiettare fiducia, stima e calore. Introdurre adeguatamente e progressivamente contenimento al piccolo, ovvero le regole per evocare in lui la capacità di discernimento e capire ciò che è bene e ciò che è male.

Fornire un valido modello di attaccamento affettivo ed educativo al figlio. I bambini che nei primi dodici mesi di vita trovano una madre amorevolmente disponibile a soddisfare alle loro richieste e con la quale si sentono sicuri, mostreranno in futuro un buon adattamento sociale e sapranno costruire relazioni caratterizzate da fiducia ed empatia.

Aiutare i figli a confrontarsi con la realtà sociale ed extrafamiliare (in particolare la Scuola). Quando emergono difficoltà in questa fase, il sintomo classico è la fobia della scuola: i figli non vogliono abbandonare la casa, perché si sentono a rischio di abbandono. Tipico in molte situazioni di bambini di genitori separati o in fase di separazione.

COMPITI DI SVILUPPO COME FIGLI

Costruire una relazione sempre più paritaria coi propri genitori, basata sul comune ruolo genitoriale. In questa fase si inizia a perdonare i propri genitori, comprendendo che non sono onnipotenti. E’ quindi importante definire le aspettative nei confronti dei propri genitori, individuando le diverse regole, sia del ruolo, sia delle funzioni dei nonni e dei genitori. Nelle famiglie multiproblematiche, ad esempio nella situazione delle ragazze madri, la distinzione di ruoli e funzioni non c’è, quando la figlia delega la crescita del proprio figlio alla propria madre, mantenendo così un comportamento da adolescente. Il risultato per il bambino sarà quello di una nonna assente e una madre adolescenziale.

TERZA FASE LA FAMIGLIA CON ADOLESCENTI

In questa fase, il compito evolutivo fondamentale dei membri delle diverse generazioni riguarda il naturale processo di separazione reciproca. Il rimodellamento della personalità dell’adolescente, tipico della sua età, deve essere stimolo per la trasformazione della famiglia nel suo insieme.

L'evento critico è rappresentato dalla adolescenza dei figli e dalla crisi dell’età di mezzo dei genitori.

COMPITI DI SVILUPPO SUL PIANO CONIUGALE

  • Ridefinire la relazione coniugale, si torna indietro; i momenti di intimità e solitudine della coppia aumentano,
  • Costruire nuovi spazi sociali come singoli e come coppia di genitori,
  • Adeguare la relazione con il partner alla situazione cambiata,
  • Favorire lo svincolo progressivo del figlio,
  • Fornire una guida sicura come figli per i propri genitori anziani,
  • Accettare il processo di invecchiamento della generazione precedente e il proprio.
CRISI DELL’ETA’ DI MEZZO E COMPITI DI SVILUPPO DEI CONIUGI. I genitori devono iniziare a fare i conti con le modificazioni di carattere involutivo del proprio corpo, dovuti alla comparsa dei segni di invecchiamento. Le donne dovranno saper accettare la menopausa, simbolo dell’incapacità di riproduzione; gli uomini accetteranno l’andropausa, segno della diminuzione della potenza sessuale. Se non si accettano le modificazioni, la coppia tende a proiettarsi sul figlio, cercando di rivivere la propria giovinezza attraverso la prole o addirittura costruendo legami coniugali nuovi con persone molto più giovani. La crisi dell’età di mezzo è quindi una crisi d’identità vera e propria; implica un processo di ristrutturazione, che è importante vivere ed elaborare insieme come coppia. Bisogna ridefinire la relazione coniugale, reinvestendo in essa, sia attraverso la valorizzazione della propria attività professionale, sia maturando nuovi interessi culturali e sociali (individuali e di coppia). E' veramente importante per la coppia elaborare insieme questi sentimenti, ridefinire la relazione coniugale e reinvestire in essa. In caso contrario si rischia la rottura del rapporto. Occorre saper ricostruire un proprio spazio e nuovi ruoli nella coppia, nella famiglia e nell’ambiente esterno, valorizzare l’attività lavorativa e professionale di ciascuno dei due partner e coltivare interessi culturali e sociali come singoli e come coppia.

COMPITI DI SVILUPPO COME GENITORI

  • Rielaborare la relazione genitori-figli al fine di consentire il processo di reciproca separazione (i figli dai genitori);
  • Favorire la costruzione per il figlio di una propria identità separata, sviluppando un atteggiamento di protezione flessibile, aumentare la duttilità dei confini familiari per permettere e favorire il cambiamento e lo svincolo progressivo dei figli; rimanere una guida sicura, soprattutto nei momenti di difficoltà.
  • I genitori dovranno comunque, quando richiesto e opportuno, orientare il figlio nelle scelte in modo “personalizzato”. E’ importante consentire al figlio di trovare la propria strada e non di chiedergli, in modo più o meno esplicito, di realizzare i propri sogni. Il figlio deve sentire di poter contare sempre sui suoi genitori e nel contempo che non è ostacolata la sua autonomia e ricerca della nuova identità.

COMPITI DI SVILUPPO COME FIGLI (sempre nella famiglia con adolescenti)

Mantenere vivo il colloquio con i loro genitori e accettare il processo di invecchiamento della generazione precedente, che inizia a richiedere sempre più accudimento e aiuto.

QUARTA FASE LA FAMIGLIA CON FIGLI ADULTI

COME I FIGLI DEVONO COSTRUIRSI UNA PROPRIA VITA AFFETTIVA E LAVORATIVA AUTONOMA E INDIPENDENTE, ANCHE I GENITORI DEVONO ACCETTARE LA SEPARAZIONE DAI LORO FIGLI E ACCOMPAGNARE BENEVOLMENTE LA LORO CRESCENTE INDIPENDENZA, RIDEFINENDO LE RELAZIONI GENITORI-FIGLI, NELLA DIREZIONE DI UN RAPPORTO ALLA PARI.

EVENTI CRITICI: i figli escono di casa con lo status di adulti e i genitori possono soffrire della sindrome del nido vuoto. I coniugi si riguardano negli occhi e si riscoprono partner, sperando che si piacciano. Gli eventuali conflitti di coppia che nascono in questa fase sono il risultato di problemi emersi nelle fasi precedenti, non affrontati e non risolti. Sono quindi molto difficili da risolvere perché sedimentati nel corso di un lunghissimo periodo.

COMPITI DI SVILUPPO SUL PIANO CONIUGALE

  • Reinvestire amore e risorse nella relazione coniugale,
  • Prepararsi all’uscita di casa dei figli,
  • Stabilire una relazione adulto-adulto con i figli
  • Prendersi cura della generazione anziana.

COMPITI DI SVILUPPO COME GENITORI

Costruire una relazione adulta: più paritetica e interdipendente per consentire ai figlii di considerare i loro genitori adulti significativi, con pregi, difetti, bisogni e difficoltà.

Facilitare l’uscita da casa dei figli.

Tollerare i possibili sentimenti di tristezza e abbandono, solitudine e vuoto, derivanti dalla separazione. L’uscita di casa del figlio è strettamente legata al processo di svincolo adolescenziale. Se il processo di svincolo fosse stato bloccato in quella fase (probabilmente perché i genitori senza il costante rapporto e intervento del figlio non sono in grado di continuare la loro vita coniugale), l’uscita di casa del figlio potrebbe creare un grande squilibrio, tanto da provocare una crisi o addirittura una rottura della coppia. Sei i figli sentiranno che i loro genitori non potranno farcela da soli, probabilmente rimanderanno la loro indipendenza, con il risultato di non riuscire a realizzarsi come adulti.

COMPITI DI SVILUPPO COME FIGLI

Prendersi cura dei genitori anziani. La seconda generazione si trova in una posizione scomoda e impegnativa: se i figli adulti si aspettano da loro che come genitori provvedano ancora alle loro necessità e siano per loro una guida, allo stesso tempo i genitori anziani si aspettano attenzione, cure, compagnia e aiuto dai propri figli, in una relazione che dovrebbe essere ormai paritaria.

QUINTA FASE LA FAMIGLIA NELL’ETA’ ANZIANA

Se la coppia riesce ad adattare le proprie modalità relazionali e a raggiungere un maggior senso di intimità e solidarietà, questa fase può diventare una delle più belle di tutta la vita, perché entrambi i coniugi sono meno impegnati professionalmente e come genitori; possono qundi viversi più serenamente il proprio rapporto di coppia (Malagoli, Lavadera; 2002).
I rapporti della coppia ed i rapporti genitori-figli sono fortemente influenzati dalla storia, dalle scelte e dai rapporti sviluppati in tutto il corso della vita passata. I figli non potranno rendere quello che non hanno avuto e i genitori non potranno pretendere quello che non hanno saputo dare in termini affettivi, di aiuto, conforto, sostegno e guida.
EVENTI CRITICI: pensionamento, diventare nonni, malattia, morte,

COMPITI DI SVILUPPO SUL PIANO CONIUGALE

  • Impegno rinnovato nella coppia,
  • Far fronte alle possibili malattie,
  • Accettare la morte del coniuge e prepararsi alla propria

COMPITI DI SVILUPPO COME GENITORI

  • Riconoscere il ruolo genitoriale dei propri figli,
  • Essere presenti nella vita dei nipoti,
  • Sostenere e curare la generazione precedente (se ancora viva).

Il grande compito di genitori e figli di questa fase del ciclo di vita è rappresentato: per i genitori, imparare a dipendere dai propri figli; per i figli,  imparare a prendersi cura dei genitori senza viverlo come un peso, un obbligo, o un “ricatto effettivo”. Questo processo è influenzato dalla storia relazionale passata tra genitori e figli; la cura della generazione anziana rappresenta una sorta di restituzione dell'amore ricevuto. Se la relazione tra figli e genitori non è stata gratificante e positiva, per i figli sarà veramente difficile, in certo senso, “poter rendere quello che non hanno avuto”.

 

Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Mediatore Familiare
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147

 

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