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L'arte della psicoterapia
La psicoterapia è un’arte che deve essere praticata con
creatività. Ci accudiamo come siamo stati accuditi, l’arte della
psicoterapia favorisce anche il contatto con l’insufficiente
accudimento primario. La sofferenza che riusciamo a portare
fuori in terapia è una conquista che ci consente di poter
realizzare un intervento adatto per aiutare il paziente a
prendersi cura di se. In questo processo è necessario “mettere
da parte” il giudizio, sostituendolo con una fotografia,
un’istantanea sul qui ed ora della situazione terapeutica,
essere aperti per apprendere la verità. I pazienti ci mettono
sempre alla prova, devono sentire una sicurezza per offrire
alleanza, devono verificare se il loro terapeuta può reggerli.
Un aspetto dell’arte della psicoterapia è l’umiltà, all’interno
di un lavoro permanente per misurarci continuamente nel tempo
con le nostre dinamiche, consapevoli che dentro le dinamiche è
difficile riconoscerle. Il paziente viene in terapia perché ha
perso motivazione e obiettivo nel vivere, riscoprirli rende
l’esistenza più facile e interessante. Inizia il suo percorso
terapeutico con poca energia investita nella vita e tanta
energia che distrugge la gioia di vivere, un altro aspetto
dell’arte terapeutica riguarda il “portare il sotto sopra”
all’interno di un continuum di toni, colori ed energia che si
modificano come le onde del mare. Il compito del terapeuta non è
quello di soddisfare i bisogni del paziente, ma di offrire
un’esperienza di consapevolezza. Consapevolezza che incontra la
terapia, le sue relazioni e le modalità difensive che emergono.
Metaforicamente: “saper vedere il mare che c’è (grounding),
affrontarlo e navigarlo con equilibrio e prudenza, per non
esserne travolti o delusi”. Come il buon navigatore, il
terapeuta deve sentire il suo grounding, sentire cosa succede in
quel determinato momento, per poter rispondere in modo congruo.
Il terapeuta deve sapere bene dov’è, un padre fa questo, sente i
confini e accoglie l’energia quando si presenta: “come posso
aiutare il paziente ad andare per la sua strada, nella vita con
questa bella energia?”. Quando il terapeuta è oggetto di
proiezioni possono presentarsi difficoltà, l’occasione è di
poter utilizzare il
transfert a beneficio del paziente, con se
stesso come strumento terapeutico. Un compito difficile e
affascinante che richiede un buon lavoro su se stessi, la
situazione richiede di poter usare tutto quello che gli succede
(al terapeuta) a diversi livelli, a favore del paziente. Si
tratta di stare dentro se per sentire, e contemporaneamente
sopra la dinamica. Occorre valutare il
controtransfert, per
conoscere l’opportunità del suo utilizzo in una determinata
situazione. Il terapeuta segue il paziente e non quello che lui
pensa, dovrà sciogliere e rendere flessibile ciò che è rigido,
utilizzando
l’ipotesi diagnostica caratteriale come un profumo e
non come un vestito stretto. L’essere umano evolve tutta la
vita, è significativo onorare il cambiamento, soprattutto
corporeo e osservarlo senza pre-giudizi alimentati dalle
esperienze trascorse. Quando il corpo cambia, la persona cambia,
nella sua interezza: psiche, soma, comportamento.
Nel suo lavoro con il paziente, il terapeuta deve stare sempre
con se e con lui, come una madre con il suo bambino piccolo. Il
piccolo si dispera facilmente, per lui ogni situazione è a
rischio di vita. Se la madre si lascia travolgere e si spaventa,
va in ansia e il bimbo non avrà una base sicura dove attaccarsi
e rassicurarsi. La madre adeguata entra nella dinamica, sente il
richiamo d’aiuto del piccolo, esce dalla dinamica, può
rassicurarlo e fare qualcosa per lui. Allo stesso modo il
terapeuta entra nella dinamica solo per sentirla, poi deve
uscire e fare qualcosa per il suo paziente.
La psicoterapia è un’arte che si arricchisce nel tempo con la
pazienza e il piacere di stare anche nei processi, senza voler
chiudere rapidamente, ma concedendosi il tempo necessario. Il
paziente, inconsapevolmente, rivela sempre la chiave per
accedere al suo inconscio, si tratta di coglierla, verificarla e
poi elaborarla con lui. Un sistema è la tecnica delle quattro
domande all’inizio di ogni seduta:
1. Come stai?
2. Cosa ti sei portato dalla seduta precedente?
3. Cosa ti è successo questa settimana?
4. Che sogni hai fatto?
Mettendo in evidenza la contraddizione tra quello che la parte
razionale accetta e l’inconscio sabota. Realizzare un lavoro
corporeo opportuno e, se emerge un insight, utilizzare la parola
per creare una metafora in senso corporeo e simbolico. (Mariolina
Ballardini – Inensivo SIAB sul trattamento terapeutico, Milano
19 febbraio 2012)
Il terapeuta trasmette un palcoscenico emotivo sul quale il
paziente può recitare autenticamente la verità della sua vita.
E’ il paziente che sceglie e regola la “musica” della terapia,
il terapeuta si mette al suo servizio e lascia che il paziente
venga a lui.
Questo è il passaggio difficile che la mamma dovrebbe fare con
il suo bambino, senza “appiccicargli” bisogni che non ha.
Dovrebbe evitare di non
ascoltarlo per la sua ansia o pensare che sia tutto scontato.
Noi, come terapeuti, incontriamo quei bambini: abusati,
maltrattati, non visti, non riconosciuti, non nutriti, non
sostenuti, non accettati per quello che sono.
Il movimento spontaneo del corpo apre l’accesso alla memoria
implicita e alla recitazione autentica corporea, il passato si
presenta con tutte le sue caratteristiche e le emozioni di
allora. Quando il corpo si rivela c’è l’incontro. E’ il momento
per il terapeuta di stare nel mare affettivo del paziente e
favorire la sintonizzazione. Al termine dell’esperienza occorre
comprenderla e decodificarla in parole attraverso una
co-costruzione. Ci aiuta la mappa cognitiva che è la struttura
del carattere.
Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147
Studio di psicologia, psicoterapia, consulenza di coppia, mediazione familiare a Milano
psicoterapia individuale - cura dell’ansia, della depressione, dello stress del disagio relazionale ed esistenziale psicoterapia di coppia
- meccanismi inconsci possono condizionare gioie, liti,
conflitti, tradimenti e incomprensioni familiari
psicoterapia di gruppo
- di analisi bioenergetica, la conduzione che si struttura anche attraverso il linguaggio del corpo
colloquio psicologico
- è un incontro tra uno psicologo e una persona che lo contatta a causa di un malessere
ansia e attacchi di panico
- la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali
per la sopravvivenza infantile
depressione, calo di energia - inchioda l'individuo,
tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di
lui
problemi caratteriali, relazionali - bisogno di intimità
e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi
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