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il carattere schizoide
Accettare un sentimento implica più della semplice
consapevolezza intellettuale della sua esistenza. Si deve
sperimentare il sentimento, fare amicizia con esso.
(Alexander Lowen, Arrendersi al corpo, Feltrinelli, Milano,
2004, cap. I° - pag. 176).
Per comprendere il tratto schizoide è necessario un lavoro con
l’aspetto terrifico dell’esperienza umana, in
terapia si lavora molto
sugli occhi e sui piedi. L'eziologia di questa patologia affonda
le sue radici nel primo periodo della vita di un individuo: un
bambino che venendo alla luce trova un ambiente ostile,
rifiutante ed assolutamente non accogliente. Lo sguardo di
quell'anima appena entrata nel mondo ha incrociato gli occhi
sprezzanti, carichi di odio appartenenti ad un demone umano,
capace di farlo sentire destinato a vivere dentro un inferno di
ghiaccio. Come se il
diritto alla vita ed alla gioia di questo mondo a lui fosse
negato. Questa prima esperienza terrifica lascia incisioni
profonde nell'anima di una persona, le finestre che aprono
l'anima al mondo (occhi), comunicano la sofferenza patita.
Gli occhi rispecchiano la salute o il malessere dell’individuo
dal puto di vista psicosomatico. Si possono osservare diverse
caratteristiche:
- l’espressione e la loro collocazione nelle orbite,
- la struttura ed il funzionamento del globo oculare,
- la situazione dell’iride e della sclerotica.
Dopo avere esplorato lo sguardo di un individuo è possibile
comprendere quello che gli occhi esprimono attraverso la loro
lucentezza, la loro forma ed il modo in cui si inquadrano nel
viso. Ad esempio, gli occhi profondamente incassati nelle orbite,
frequentemente, indicano tutta una vita di espressioni
trattenute e di tristezza repressa. (Ken Dychtwald, Psicosoma,
Astrolabio, Roma, 1978, cap. IX° - pag. 184)
La mancanza di espressione negli occhi è un elemento della
difesa schizoide dalle emozioni. Quando osserviamo negli occhi
un soggetto schizoide ci sembra che egli stia osservando un
punto indefinito posto dietro la nostra testa. I suoi occhi
appaiono vacui e distanti, sembra che egli sia nascosto dentro i
suoi occhi. Espandendo l’esplorazione al viso, si osserva che
esso è privo della gamma di emozioni che esprime la vivacità di
un individuo.
La maschera può assumere diverse forme:
- l’espressione del cown,
- l’innocenza del bambino,
- l’espressione di sufficienza,
- l’arroganza del nobile.
La caratteristica costante in ogni mascherata è un sorriso
fisso, senza la partecipazione dello sguardo. La dissociazione
tra il sorriso delle labbra e l’inespressività degli occhi è
tipica della personalità schizoide. Talvolta, esercitando una pressione con i pollici sugli zigomi e
ai due lati del setto nasale, si spegne il sorriso stereotipato
ed emerge un’espressione cadaverica che ricorda l’aspetto di un
teschio. Il viso si scolora e gli occhi appaiono come orbite
vuote. Sarebbe corretto dire che lo schizoide è ‘spaventato a
morte’ in senso letterale, non come modo di dire. L’espressione del suo viso è raggelata dal terrore sottostante
(Alexander Lowen, Il tradimento del corpo, Edizioni
mediterranee, Roma, 1997, cap. IV° - pag. 67). Lo schizoide non osa accettare il bambino che è dentro di se,
perché è terrorizzato dalla paura primaria.
I piedi sani che possono muoversi liberamente e privi di
inestetismi debilitanti, sono piattaforme con tre punti di
contatto e con un fisiologico arco nel metatarso. I piedi hanno
una grande importanza perché sono in contatto con la realtà e
con la terra attraverso la forza di gravità. Una imperfezione
nel contatto al suolo si riflette sull’equilibrio di tutto il
corpo. Proprio per la loro funzione, i piedi rappresentano
l’atteggiamento che un individuo assume per affrontare le
vicissitudini della vita. Ad esempio, quando diciamo che una
persona ha i “piedi per terra”, intendiamo che ha un buon senso
della realtà.
Molte persone ritengono di avere i “piedi per terra”. In senso
meccanico hanno effettivamente un contatto con il suolo, ma è
altrettanto vero in termini di sensazioni e di energia? In bioenergetica il lavoro di grounding si propone di abbassare
un individuo in direzione della terra, come se potesse mettere
radici. Essere radicati (grounded) è l’opposto di essere
sollevati (hung up) e ci aiuta a stabilire un contatto adeguato
con la terra che ci sostiene. Nel sistema energetico di un organismo, l’essere ben radicati è
come avere la messa a terra in un circuito elettrico. Offre una
valvola di sicurezza per poter liberare l’eccitazione quando è
eccessiva. Senza questa preziosa opportunità ed in condizione di
elevata carica tensionale, l’individuo potrebbe scindersi e
cadere in crisi.
Nei soggetti schizoidi i piedi sono molto deboli
e debole è il loro senso di radicamento.
Il movimento verso il basso fa paura, evoca l’antica paura di
cadere dalle braccia della madre. Il grounding è un esercizio di
radicamento con la realtà che allontana dalle illusioni, ma che
richiede in questi casi una buona dose di coraggio e
preparazione.
La rigidità schizoide è diversa da quella del nevrotico
frustrato. Il nevrotico è incollerito, lo schizoide è
terrificato da una rabbia “ingabbiata”. La rigidità nevrotica è
paragonabile al ferro, la rigidità schizoide è paragonabile al
ghiaccio. Il ghiaccio, come la personalità schizoide è tanto
fragile quanto duro, reprime e sostiene. La sensibilità
schizoide non è connessa alle sensazioni del corpo, si presenta
fredda e nega il bisogno del piacere fisico. Tuttavia, lo
schizoide dimostra passione e sentimento quando si tratta di
combattere contro una ingiustizia: difendere i diritti dei più
deboli, etc. Riflette un altruismo, la cui energia sgorga dalle
sue difficoltà personali. Egli tenta di compensare la perdita
della sua identità personale con le identificazioni sociali. Quando la volontà diventa il meccanismo primario dell’agire,
sostituendosi al naturale orientamento verso il piacere,
l’individuo funziona in modo schizoide.
Una osservazione attenta del corpo schizoide rivela diversi
disturbi tipici:
- La metà superiore del corpo presenta frequentemente una
muscolatura ipotonica,
- Il torace è spesso stretto, costretto, contratto e mantenuto
in posizione di espirazione,
- La respirazione, per questo motivo, è limitata,
- Nei casi meno gravi è presente un rigonfiamento compensatorio
del torace, tipico di molti body builders ossessionati con
l’allenamento dei distretti muscolari “virili”,
- In tutti i casi, soprattutto per una contrazione cronica del
diaframma, il giro vita è molto stretto, sia dal punto di vista
strutturale: corto asse bisiliaco, sia dal punto di vista
energetico: bassa percentuale lipidica (che rappresenta il
magazzino di energia), e scarsa distribuzione delle cellule
adipose in quella zona),
- L’impressione di un corpo diviso in due (la persona tenta di
dissociare la metà superiore del corpo, identificata con l’io,
dalla sessualità e dalla parta inferiore),
- Displasia, cioè la presenza di tratti del sesso opposto, rara
nel tipo astenico,
- Nel tipo astenico, lungo e magro, si presentano attenuate le
differenze sessuali secondarie e ridotta la coordinazione
motoria,
- Le ginocchia sono rigide,
- Le caviglie si presentano stecchite, la flessione dorsale del
piede è limitata, con conseguente impossibilità di flettere
completamente le ginocchia mantenendo le piante dei piedi
aderenti al suolo,
- i piedi sono contratti,
- Se presente una fissazione a livello infantile, i muscoli dei
piedi sono cronicamente contratti per sostenere il peso del
corpo, accentuando così la curva dell’arco (piede cavo),
- Si nota un infantilismo anche nei piedi insolitamente e
stranamente piccoli.
(Alexander Lowen, Il tradimento del corpo, Edizioni
mediterranee, Roma, 1997, cap. IV° - pag. 72)
Per proteggere la sua personalità privata dalla naturale
identificazione con il corpo, lo schizoide dipende interamente
dalla sua forza di volontà, che deve essere sempre vigile. La
conseguenza è una muscolatura perennemente in stato di
contrazione, che lo schizoide utilizza come una corazza
protettiva contro il terrore. Il “frantumarsi” della corazza può
causare nello schizoide la disgregazione della personalità,
perché, a differenza della persona sana, non riesce a tenere
salda l’unità e l’identità della personalità con l’energia
proveniente dai sentimenti.
Il corpo.
- Nella persona normale
Il corpo è vitale e la carica energetica periferica si rivela
nel tono e nel colorito della pelle, nella luminosità dello
sguardo, nell’armonia della motilità e nella capacità di
rilassare i muscoli e stare comodi.
- Nella condizione schizoide
L’energia è racchiusa in nuclei interni, protetti da una rigida
barriera muscolare in costante stato di contrazione e utile ad
impedire il collasso minacciato dal vuoto interno. La minor
carica superficiale rende la pelle ipersensibile. La contrazione
cronica dei muscoli è responsabile del restringersi del corpo,
che prende così il tipico aspetto astenico.
Il crollo della rigidità precipiterebbe lo schizoide in una
situazione schizofrenica. Il collasso comporta la perdita dei
confini dell’io e la distruzione dell’unità e della integrità
residua. Quando la carica di tensione è sufficiente, la
struttura schizoide può cedere ed entrare in una crisi psicotica
acuta.
Per lo schizoide, a differenza della persona normale, la
funzione integrativa del piacere è inaccessibile. Di
conseguenza, la strada che consente un flusso continuo di
impulsi diretti al mondo per ricevere conforto e soddisfazione,
è bloccata. Per questo motivo lo schizoide usa la volontà per cementare la
mente e il corpo. Ma la volontà, anche se dura come l’acciaio, è
fragile, mentre il piacere è duttile e insinuante e fornisce
elasticità, come la linfa nell’albero.
La malattia somatica e la malattia mentale sono antitetiche e
tendono a escludersi vicendevolmente. L’individuo è predisposto
all’una o all’altra ma non ad entrambe nello stesso periodo.
Quando si disintegra la funzione del piacere, possiamo
attenderci una malattia fisica, mentre la disintegrazione della
volontà porta a una malattia mentale. Leopold Bellak osserva, a proposito di questo fenomeno: “La
bassa incidenza di disturbi allergici negli psicotici, e il loro
ripresentarsi dopo il miglioramento e la guarigione, è
probabilmente uno degli esempi meglio documentati di tale
intercambiabilità”. (Alexander Lowen, Il tradimento del corpo, Edizioni
mediterranee, Roma, 1997, cap. III° - pag. 55) - (Bellak L., Schizophrenia: A Review of the Syndrome, Logos
Press, New york, 1950, pag. 24)
Il sistema di difesa schizoide contro il terrore e la follia
dispone di due strategie. La più frequente è la rigidità fisica
e psicologica, che attraverso la sua “barriera” di muscoli
cronicamente contratti, imprigiona le emozioni e costringe il
corpo al solo controllo dell’io.
Una strategia meno comune si manifesta attraverso una ipotonia
muscolare superficiale. La formazione degli impulsi è
ulteriormente ridotta, al punto che il corpo sembra più morto
che vivo. La carica periferica è molto bassa e il colorito è
olivastro o terreo. Questa difesa si verifica in seguito al
crollo di quella rigida e si orienta verso la schizofrenia. Si
tratta di una manovra disperata, indispensabile quando il
terrore è grande. In una condizione di estremo terrore, come ad
esempio l’attesa della propria esecuzione, accettare la propria
morte simbolica significa privare il terrore dei suoi aculei. Un
corpo privo di emozioni non può più subire spaventi o traumi.
Ritirandosi lo schizoide perde i suoi soldati (tono muscolare) e
la capacità di difendersi, anche se controlla il controllo del
resto della personalità. La ritirata schizoide è una tattica per
evitare la totale disfatta; come un comandate senza soldati può
cavarsela meglio che circondato da un’armata disordinata e nel
caos più generale. Infatti, la condizione schizofrenica è uno
stato di caos dove ogni pezzo di personalità, come ogni soldato
nella metafora, abbandona gli altri.
Nel ritiro la volontà è inoperosa, l’io si allea al nemico per
evitare la totale sconfitta e si dimostra sottomesso ad ogni
situazione. Lo schizoide che sceglie il ritiro alla rigidità ha
perduto la sua capacità assertiva, non riesce mai a prendere una
posizione. Dal punto di vista logico, la rigidità schizoide è una difesa
dal collasso, mentre il ritirarsi è causato dal cedimento di una
resistenza anteriore. Dal punti di vista storico, la tattica schizoide di ritirata e
di sacrificio fu elaborata dal bambino in età precoce, dopo un
tentativo fallito di erigere una difesa rigida contro la
pressione dell’ostilità parentale. (Alexander Lowen, Il tradimento del corpo, Edizioni
mediterranee, Roma, 1997, cap. III° - pag. 58).
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Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico, Supervisore. SIAB Società
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