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il complesso di inferiorità
Il complesso di inferiorità, il narcisismo patologico e
l'autostima sono situazioni strettamente correlate. Per
comprendere la funzione di protezione dell'IO e di mantenimento
di un sufficiente livello di autostima, è necessario considerare
il contesto in cui queste interazioni si svolgono. Solo
valutando la situazione generale possiamo considerare in quale
misura una protezione a difesa del sé da un sentimento di
inferiorità, conseguente ad una ferita narcisistica, possa
dimostrarsi efficace e proteggere da un possibile attacco ai
danni dell'autostima.
Per sciogliere l'apparente complessità
dell'argomento ci serviremo di un esempio chiarificatore.
Storlow fa un efficace paragone per spiegare come funzionano le
tante attività narcisistiche. Si comportano come un termostato
rispetto alla temperatura di un ambiente. Quando la temperatura
scende al di sotto della soglia predeterminata (soglia di adattamento),
il termostato si auto-attiva per trasmettere l'impulso della
caldaia. Al raggiungimento della temperatura fissata, il
termostato, automaticamente, si disattiva. La temperatura può
essere paragonata all'autostima, si alza e si abbassa in
funzione a più elementi che condizionano la vita di un
individuo. Il termostato si comporta come l'attività
narcisistica e rappresenta una variabile importante tra quelle che
interagisce con l'autostima. Quando la stima di se stessi è
minacciata il "termostato narcisistico" si auto-attiva per
ristabilire un equilibrio. Il narcisismo è un regolatore
dell'autostima, deve mantenere il sé coeso e fornirgli una
colorazione affettiva adeguata.
Il narcisismo non è sempre patologico. La capacità di sollevare
l'autostima dopo una caduta è una importante risorsa per la
salute psicofisica. L'attività narcisistica è patologica quando
diventa eccessiva. Dobbiamo distinguere il narcisismo sano ed il
narcisismo patologico. IL NARCISISMO SANO è il sentimento profondo di libertà e vigore,
differente in relazione all'esperienza di un individuo e quindi
alle stagioni della vita. Nel bambino il bisogno di avere la
mamma a sua disposizione è assoluto per potersi "rispecchiare"
in lei. La mamma dovrebbe rappresentare l'oggetto che si
comporta come il bambino desidera e si attende, come una
estensione di sé. Quando questo estremo investimento
narcisistico si manifesta in un adulto, che tratta gli altri
come una estensione di sé, sempre volti a soddisfare i suoi
bisogni, entriamo nel NARCISISMO PATOLOGICO. E' fisiologico il
pianto e la rabbia del bambino quando non ha la mamma a
disposizione. E' patologico il comportamento dell'adulto che si
serve del controllo sugli altri e del rispecchiamento di se
sugli altri per soddisfare i propri bisogni. Quando queste
condizioni dovessero mancare l'effetto di questa situazione è
rappresentato da scoppi di rabbia narcisistica e situazioni
depressive.
Affinché un bambino possa evolvere serenamente e adeguatamente è
indispensabile una madre capace di farsi investire
narcisisticamente. Se i bisogni del bambino non sono stati
compresi e soddisfatti adeguatamente, se si sono successi dei
fallimenti di empatia, il narcisismo non si sviluppa e rimane
fissato dove è avvenuto il fallimento nella relazione con la
mamma. Il narcisismo non potendo evolvere con l'individuo, con
la crescita, conserverà connotazioni sempre più patologiche e
inadeguate all'età dell'individuo. I bisogni narcisistici
manterranno la loro forma arcaica, impedendo l'evolversi di una
relazione matura con gli altri.
Una interessante distinzione della patologia narcisistica è
stata definita da Rosenfeld (1987): narcisisti a pelle spessa e
narcisisti a pelle sottile. I primi sono arroganti, aggressivi,
tendono a distruggere l'oggetto. I narcisisti a pelle sottile,
sono vulnerabili, provano vergogna e soffrono del complesso di
inferiorità (senso di inferiorità), ricercano costantemente
l'approvazione e sono iper-sensibili a tutte le possibili
critiche, spesso si identificano in quello che fanno. La
patologia narcisistica si presenta raramente nelle forme
classiche esposte, frequentemente la manifestazione è una forma
mista, per questo motivo l'argomento "narcisismo compensatorio e
complesso di inferiorità" risulta confuso. Gli autori più
accreditati hanno proposto di suddividere il narcisismo in due
gruppi: il primo caratterizzato da da grandiosità ed
esibizionismo ed secondo da vulnerabilità e iper-sensibilità.
Gli appartenenti al primo gruppo non sono consapevoli della
situazione. Il narcisista è molto soddisfatto di sé, è
arrogante, sprezzante, invadente, vanitoso, egocentrico ed ha un
gran bisogno di protagonismo. E' un manipolatore, un
intimidatore, indifferente allo stato d'animo degli altri, ha
una pelle "dura" e tende a costruire scudi tra se e gli altri
che lo rendono impermeabile, insensibile. E' un tipo
competitivo, con finalità ad ottenere immediati riconoscimenti e
gratificazioni. Si sente speciale, dà per scontato che gli siano
dovuti particolari privilegi e prova un profondo, spesso
incontrollabile, sentimento di rabbia quando vantaggiosi
trattamenti non gli sono riconosciuti. Si sente potente e tende
a svalutare l'oggetto. Il suo complesso di superiorità è
inequivocabile, con un Super-Io particolarmente debole. La
massima: "non cercare di sembrare così grande, non sei così
piccolo"; inquadra la situazione emergente di superiorità -
inferiorità. Il bisogno di sensazioni di superiorità in realtà
cerca di compensare un forte complesso di inferiorità. Ha
interesse per l'oggetto perché ammiri il suo Io grandioso.
Questo narcisista può avere somiglianze con la personalità
psicopatica. Chi evidenzia una personalità psicopatica
dimostrano arroganza, disprezzo per il prossimo, tendono a
sentirsi superiore agli altri. Le personalità psicopatiche hanno
una forte tendenza ad agire i propri istinti antisociali
trafugando, imbrogliando, sfruttando le persone e le situazioni,
senza provare alcun di senso di colpa.
Il secondo tipo di narcisista, chiamato anche timido, è inibito
e schivo, cerca di non essere mai al centro dell'attenzione e ha
difficoltà nei rapporti con gli altri. E' molto sensibile e gli
atteggiamenti del prossimo lo condizionano eccessivamente, le
critiche lo feriscono profondamente. Ha un complesso di
inferiorità manifesto che gli fa considerare gli altri perfetti
(idealizzazione del prossimo) e se stesso inadeguato (sentimenti
cronici di inadeguatezza). Sente frequentemente vergogna e
umiliazione, impotenza e sconforto. Queste ultime sensazioni
evocano una situazione depressiva. Può presentare somiglianza
con la personalità fobico ossessiva. Apparentemente, questo
narcisista appare meno grave del primo, anche se difficilmente
riuscirà ad avere successo nella vita, proprio per la sua forte
inclinazione ad auto-svalutarsi (complesso di inferiorità).
Quando dietro un fenomeno depressivo è presente una dinamica
narcisistica, c'è sempre una fantasia inconscia di grandezza.
Dietro la grandiosità di chi appare tanto sicuro di se, si
nasconde un sentimento di fragilità, di nullità, compensato dal
controllo e dominio sugli altri. In ogni complessato di
superiorità, tipica del narcisista del primo tipo, si cela un bambino
triste, inadeguato, impacciato e pieno di vergogne.
In ogni complessato di inferiorità (narcisista del secondo
gruppo), iper-sensibile, auto-svalutato, depresso, si nasconde
un immagine di grandiosità di sé, che appartiene alla persona
che avrebbe voluto essere e che potrebbe essere. Questa persona
che compensa la prima può manifestarsi nelle fantasie erotico
sessuali, dove la persona "timida" sente la sua potenza
svalutando l'oggetto sessuale (sadomasochismo). Lo amo in quanto
mi ammira, direbbe il narcisista. Lo amo anche perché mi ammira,
direbbe la persona normale e innamorata, dove l'aspetto
narcisistico è una normale componente dell'amore.
COMPLESSO DI INFERIORITA', NARCISISMO E SCUSA.
Si tratta della cecità narcisistica. L'incapacità di sentire gratitudine e
rimorso sono due importanti indicatori di questa ignoranza,
indifferenza, insensibilità di fronte all'oggetto di una
qualsiasi transazione. Provare gratitudine impone che si
riconosca il valore degli altri. Occorre accettare il naturale
rapporto di dipendenza dagli altri, il narcisista questo non lo
tollera. Per ringraziare dobbiamo possedere un senso positivo e
stabile di noi stessi. Solo chi si sente sicuro del proprio
valore non sente minacciata la propria integrità quando
riconosce un debito di riconoscenza a qualcuno.
Esempio: Tizio è un elettricista senza lavoro e Caio,
suo amico, riesce attraverso la sua influenza a farlo assumere
in una ditta. Tizio, invece di essere gioioso, si dimostra seccato, il
suo orgoglio è in pericolo. E' sopraffatto dal sentimento di
umiliazione per essere stato aiutato, soprattutto in qualcosa di
cui aveva veramente bisogno.
Cosa è successo nell'animo di Tizio?
La sua scarsa stima di se e il suo complesso di inferiorità
latente, sono stati accentuati dal comportamento dell'amico.
Ha avuto bisogno di lui e non tollera questa realtà. Vive questa
situazione come se Caio sentisse pena per lui e lo guardasse
con compatimento. Tizio è vittima della sua vulnerabilità
narcisistica che ha condizionato il suo complesso di
inferiorità. Non riesce ad accettare di dipendere, anche solo
per un piacere disinteressato, dall'amico, nel quale proietta il
suo sé grandioso, arrogante ed egocentrico, volto ad umiliare il
prossimo. La vulnerabilità narcisistica sfocia in atteggiamenti
paranoici. Tizio è convinto che Caio non perda occasione per
umiliarlo e dimostrare la sua inferiorità, per questo motivo,
ogni volta che una situazione lo consente, si scaglia contro di lui
e di cerca ogni mezzo per mettere l'amico Caio in
cattiva luce. Sente che solo distruggendolo potrà tollerare la
situazione, per lui umiliante. Comprendere queste dinamiche
nelle relazioni, anche di aiuto, consente di comprendere i possibili effetti,
apparentemente assurdi, emergenti dal tentativo di
compensazione di un profondo complesso di inferiorità.
Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147
Studio di psicologia, psicoterapia, consulenza di coppia, mediazione familiare a Milano
psicoterapia individuale - cura dell’ansia, della depressione, dello stress del disagio relazionale ed esistenziale psicoterapia di coppia
- meccanismi inconsci possono condizionare gioie, liti,
conflitti, tradimenti e incomprensioni familiari
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colloquio psicologico
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ansia e attacchi di panico
- la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali
per la sopravvivenza infantile
depressione, calo di energia - inchioda l'individuo,
tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di
lui
problemi caratteriali, relazionali - bisogno di intimità
e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi
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