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l'immagine dell'io plasma il corpo
Ogni essere umano si esprime su due livelli, uno psichico e
l'altro somatico. In bioenergetica l'unità di queste funzioni è
compenetrata dalla loro dualità in un costante rapporto
dialettico. Quando c'è salute mentale nella persona, il livello psichico o
mentale e quello somatico o fisico si sostengono e si aiutano
reciprocamente
per il benessere. Se la persona è disturbata questi livelli di
cooperazione sono in conflitto. La lotta tra mente e corpo
blocca la libera espressione delle sensazioni, delle emozioni e
dei sentimenti. Si tratta di restrizioni inconsce, non
consapevoli della postura, del movimento e dell'espressione.
Questa situazione limita l'individuo nel cercare la
soddisfazione dei propri bisogni, di conseguenza si trova
ridotta la possibilità di stare nel
piacere della vita.
Osservare il conflitto mente/corpo in termini di Io e corpo
permette di considerare la scissione come ideale dell'Io e
immagine di sé, forze che si oppongono al piacere e alla salute
del corpo. L'Io è il mediatore tra se e gli altri, tra quello
che sentiamo all'interno di noi e la realtà esterna. L'Io si
costruisce un immagine del mondo esterno e tenta di conformarsi
all'ambiente; questa attività di auto adattamento plasma
l'immagine di sé. L'immagine così "fabbricata" sceglie quali
sono i sentimenti e le espressioni accettabili e congruenti con
l'ambiente. Questa immagine si forma nel corso dello sviluppo (0
- 6 anni), rivela il mondo dell'infanzia, della famiglia di
origine e non il mondo reale dell'adulto (quando quel bambino
cresce, matura e diviene adulto). Il mondo dell'adulto é
decisamente più esteso, consente un ventaglio di rapporti, di
relazioni e di emozioni che la ristretta atmosfera familiare
dell'infanzia non offriva. Nei primi anni di vita, per esempio,
il bambino può aver imparato che esternare i propri sentimenti e
le proprie emozioni con gesti affettuosi è sconveniente,
ridicolo, vergognoso. Questo bambino diventato adulto conserva
nell'inconscio l'esperienza infantile, unita alla frustrazione,
all'umiliazione, alla sofferenza per aver tentato di offrire e
ricevere un bacio o un
abbraccio. Avrà difficoltà a chiedere tutto questo così come ad
a aprirsi e offrire questi gesti spontanei, anche nelle
situazioni dove, in termini affettivi-espressivi, l'astinenza risulta stranezza;
soprattutto in famiglia, con
il proprio partner d'amore, con i propri figli, parenti, amici.
L'individuo sviluppa un'immagine dell'Io per la quale deve
irrigidirsi ed evitare ogni manifestazione d'amore in modo
spontaneo e naturale. Se "tradisce" questa immagine e si apre
all'amore si sentirà frustrato, umiliato, inadeguato,
esattamente come lo hanno fatto sentire i suoi genitori quando
era bambino.
Inconsciamente, sceglierà i rapporti dove la sua espansività
bloccata e la sua durezza viene ammirata e incoraggiata, come ad
esempio gli ambienti militari, rinforzando così la sua immagine
di se, anche se inumana e innaturale. L'interazione tra Io e
corpo opera un processo dialettico.
L'immagine dell'Io plasma il
corpo mediante il controllo che esercita sulla muscolatura
somatica.
Ad esempio, si inibisce l'impulso di piangere
contraendo i muscoli della mandibola, della gola allo scopo di
"strozzarla"e bloccando il diaframma per trattenere il respiro.
La rabbia può essere repressa con la contrazione dei muscoli
adduttori e abduttori dell'omero, per fermare l'impulso di
colpire, in questo modo però sono inibiti anche tutti i
movimenti di espansione per protendersi con amore. Per il
bambino, in una fase iniziale l'inibizione è cosciente anche se
poco comprensibile, è indispensabile per sopravvivere
nell'ambiente familiare, limitare i conflitti ed evitare altro
dolore e frustrazione. La contrazione cosciente è faticosa, richiede un
notevole investimento di energia, non può essere mantenuta ad
oltranza. Quando l'espressione di un sentimento (ad esempio,
amore, affetto, odio, rabbia, etc.) non viene accettata, la sua
inibizione deve essere mantenuta per un tempo indefinito, l'Io
abbandona il controllo sul movimento del corpo collegato a
quell'emozione (protendersi, piangere, saltare di gioia, ridere,
arrabbiarsi e colpire, battere i piedi, etc.) e ritira la
propria energia dall'impulso.
Il controllo dell'impulso da allora
passa nell'inconscio e i distretti muscolari collegati rimangono
cronicamente contratti, scarichi dell'energia per contrarsi e poi allungarsi e rilassarsi.
L'energia può ora essere utilizzata per altre azioni accettate
dai genitori: questo meccanismo in divenire origina e consolida
nel tempo l'immagine dell'Io. Ne derivano due effetti:
- I distretti muscolari, o meglio le fibre muscolari cui è
stata ritirata l'energia entrano in uno stato di spasticità
cronica che inibisce l'espressione di sentimenti attraverso la
limitazione dell'escursione articolare. La persona perde la
percezione del desiderio di espressione. L'impulso anestetizzato
non è morto, rimane latente, in prossimità delle fibre muscolari
ancora pulsanti e non è più disponibile per la coscienza, passa
quindi nell'inconscio. Per comprendere il fenomeno immaginiamo un
soggetto con le spalle in avanti (anteposizione) e atteggiamento
cifotico, per effetto della contrazione muscolare cronica di
alcune fibre dei pettorali (se la spasticità interessasse tutto
il pettorale non sarebbe possibile alcun movimento del braccio,
invece il movimento è possibile, ma non per tutta l'ampiezza
naturale). Le scapole non potranno più ruotare internamente e
liberamente verso la colonna vertebrale perché l'allungamento
del pettorale è possibile solo parzialmente, infatti alcune
fibre hanno perso la capacità di espandersi (allungarsi) e
contrarsi (accorciarsi). Ne risulta compromessa l'articolazione
scapolo toracica, quella che permette al torace di
aprirsi. Ne consegue che questa persona non potrà aprire il suo
torace in modo naturale, ma solo in modo parziale. Dal punto di
vista bioenergetico sarà limitata la sua possibilità di
protendersi verso gli altri, ma anche di menar colpi, ricordiamo
come sia importante questa articolazione nella boxe. In seguito
ad uno stimolo adeguato o ad uno stress di particolare intensità
l'impulso può caricarsi al punto da infrangere l'inibizione
psichica, somaticamente
collegata alla situazione muscolare e le fibre spasticamente
contratte riusciranno ad allungarsi. Se questo avviene
improvvisamente, senza il tempo per integrare sensazioni e
sentimenti (come nella seduta terapeutica), può sfociare
in un'esplosione di rabbia o in un attacco isterico.
- La seconda conseguenza è la riduzione del metabolismo
energetico dell'organismo. La parte spastica di un muscolo è
meno metabolicamente attiva e necessita di un'ossigenazione
ridotta. Inoltre, le tensioni muscolari croniche impediscono di
inspirare in modo naturale, espandendo diaframma e torace.
Questa situazione rende più difficile trovare l'energia per far
fronte allo stress della vita quotidiana ed è un circolo vizioso.
Davanti ai problemi reali, si riduce la forza
d'animo di una persona e di conseguenza la tenuta fisica e
mentale di fronte allo stress. La malattia apparirà con più
frequenza e il recupero con maggiore difficoltà. Il basso
livello energetico condiziona lo stile di vita, la persona deve
necessariamente evitare situazioni che possono evocare i
sentimenti repressi.
Inoltre, dovrà sostenere questa posizione
sviluppando delle illusioni sulla natura della realtà. Si tratta
di accorgimenti attuati dall'Io per impedire che il conflitto
intrapsichico raggiunga la coscienza, per questo motivo sono
definite:
difese dell'io. Questi meccanismi sono alimentati
dall'energia ritirata dal conflitto emotivo. In questo modo
l'individuo ha costruito la sua
corazza caratteriale
contro se stesso, protetto dalle tensioni muscolari croniche.
Così imprigionato il suo funzionamento sarà limitato in aree
ristrette del corpo come della personalità e troverà bloccato
l'accesso alla capacità di prendere dal mondo il piacere di cui
ha bisogno. L'esistenza perderà molti colori della gioia e tenderà
al tetro grigiore. Per proteggersi e mantenere questo stato di malessere l'Io
manipolerà l'ambiente per soddisfare il bisogno di contatto e di
piacere del corpo. Giustificherà necessario tutto questo perché
il conflitto emotivo che lo ha costretto in questa situazione
gli è ignoto. Il conflitto è strutturato a questo punto nel
corpo ed è oltre la portata dell'Io. Egli potrà considerare
mentalmente il pensiero di un possibile cambiamento, ma finché
non ci sarà un mutamento del corpo una reale modificazione del
comportamento sarà veramente improbabile. Nelle fibre muscolari
cronicamente contratte sono custoditi molti segreti
dell'inconscio.
Poiché mente e corpo sono una cosa sola, l'inconscio deve
avere un significato fisico: è infatti quella parte del corpo
che non viene percepita. Un nervo e il suo muscolo formano
un'unità fondamentale. Quando un muscolo è cronicamente
contratto, il nervo effettore è isolato dalla rete nervosa per
quanto riguarda i movimenti volontari. La repressione di
un'emozione avviene quando il muscolo che è carico di
quell'emozione è tagliato fuori dalla consapevolezza a causa
della tensione cronica e il nervo di questo muscolo è isolato
dalla rete nervosa. La consapevolezza di sé dipende dal
movimento. Noi percepiamo ciò che si muove, ciò che non si muove
svanisce dalla coscienza. Così ogni parte del corpo che è
immobile a causa di una tensione cronica è tagliata fuori dalla
percezione e l'individuo non ne è nemmeno consapevole. Il primo
passo per ritrovare una consapevolezza di sé è diventare
consapevole della tensione, il che si ottiene mettendo la
persona in posizioni nelle quali può percepire le proprie
tensioni, chiedendole anche di eseguire certi movimenti che
consentono di verificare la sua coordinazione.
Il concetto bioenergetico fondamentale è che bisogna trattare
ogni modello di tensione muscolare cronica a tre livelli:
- La sua storia o origine nelle situazioni legate all
prima o alla seconda infanzia;
- Il suo significato attuale in rapporto al carattere
dell'individuo;
- Il suo effetto sul funzionamento corporeo
Ogni gruppo di muscoli soggetto a tensione cronica
rappresenta un conflitto emotivo irrisolto e probabilmente
represso. Ogni muscolo cronicamente contratto corrisponde ad un
atteggiamento negativo. (Alexander Lowen,
La voce del
corpo, Casa Editrice Astrolabio, Roma, 2009, cap. III° - pag.
106).
L'adattamento del
corpo alla malattia si struttura e procede considerando le
diverse
posizioni
difensive della personalità.
Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147
Studio di psicologia, psicoterapia, consulenza di coppia, mediazione familiare a Milano
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colloquio psicologico
- è un incontro tra uno psicologo e una persona che lo contatta a causa di un malessere
ansia e attacchi di panico
- la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali
per la sopravvivenza infantile
depressione, calo di energia - inchioda l'individuo,
tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di
lui
problemi caratteriali, relazionali - bisogno di intimità
e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi
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