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il carattere narcisista, narcisismo patologico
Il bambino, diceva Alice Miller ammira e ama
smisuratamente i propri genitori, li percepisce come fossero
Dei: e quale più irresistibile tentazione potrebbe offrirsi ai
bisogni emotivi irrisolti dei genitori stessi? Cedere a questa
tentazione comporta un abuso emotivo del bambino che si
sostanzia nel capovolgimento dei ruoli, per cui il genitore si
aspetta di essere emotivamente soccorso ed assistito dal figlio.
Inevitabilmente, allora, si produce il disprezzo per il bambino,
data l’ovvia inadeguatezza sua in rapporto a tali “deliranti”
aspettative. Il bambino emotivamente abusato fa del suo meglio e
sviluppa delle capacità empatiche fuori dal comune: in questo
senso si realizza il dramma del bambino
“dotato”. Il bambino per trasformarsi in esemplare
dotato sarà costretto a rinunciare alla sua natura, alla sua
imperfezione, alla sua spontaneità, alla sua umanità. La Miller descrive in maniera puntuale il destino che porta alla rinuncia di sé.
E' presente una madre emotivamente fragile, il cui equilibrio affettivo dipende dai comportamenti del figlio. A questo bisogno materno, o di entrambi i genitori, corrisponde una straordinaria
capacità del bambino di percepirla e darvi risposta,
intuitivamente, in altre parole di assumere la funzione che
inconsciamente gli viene assegnata. Così il figlio si assicura
“l’amore” del genitore, o meglio, la capacità di rispondere ai
bisogni della madre garantisce la sua sopravvivenza. Il piccolo
non sarà
più autentico e capace di sentire le sensazioni così come
vengono e viverle con gioia infantile, sarà costretto a
costruire un immagine di sé, aderente il più possibile a quella
che l'ambiente (famiglia) vuole. L'impossibilità di essere se
stesso smarrisce il bambino e crea sentimenti di vuoto e
vergogna. L'immagine di sé sostituisce il sé reale e rappresenta
nel narcisismo patologico la creazione di se stessi in antitesi
con ciò che realmente un essere umano sente e vive. Attraverso
il processo di introiezione e di identificazione si costruisce
l'immagine di un oggetto, l'immagine di sé in interazione con
quell'oggetto ed una valenza affettiva che lega il sé
all'oggetto. Nell'interazione "falsata" madre -bambino la
naturale spontaneità del fanciullo sarà associata alla parte
interna inadeguata, cattiva, mentre la formazione adattata alle
aspettative dell'ambiente rappresenterà il buono e adeguato del
bambino. Il bambino non può vedersi direttamente ma attraverso
l'immagine di sé che l'altro gli trasmette. Capacità di vedersi
attraverso gli occhi dell'altro. Alla nascita il bambino
incontra per la prima volta gli occhi della madre che lo
seguiranno e rispecchieranno a lungo. La faccia del sorriso
amorevole incondizionato e la faccia dagli occhi terrificanti,
sono i due aspetti della madre dell'infanzia. Il primo volto
conferma positivamente l'essenza del bambino, il secondo
precipita il bambino nell'orrore del sé cattivo che blocca la
continuità del suo sentire. Da quel momento la sua verità non
sarà più rappresentata dall'autenticità (quello che sente), ma
da quello che l'ambiente gli restituisce come positivo. I tratti patologici si organizzano intorno a:
Amore di sé patologico: i processi psichici non riescono a
regolare l'autostima e mantenerla in modo equilibrato. Il
disagio si manifesta con la grandiosità eccitante, in contrasto
con imbarazzo, timidezza , vergogna e depressione (questi ultimi
sentimenti sono presenti nella forma più antica di narcisismo, Covert). L'esibizionismo, l'eccessiva ambizione,
il senso di superiorità
o inferiorità, l'eccessiva dipendenza dall'ammirazione
altrui e la bassa soglia di tolleranza rispetto alle
frustrazioni, rappresentano il quadro narcisista.
Amore oggettuale patologico che si palesa con: eccessiva invidia, incapacità di empatizzare con tendenza a
idealizzare o svalutare e disprezzare, utilizzo di difese
maniacali come il dominio e il trionfo, incapacità a fidarsi
dell'altro, l'avidità eccessiva si concretizza con il desiderio
di rubare dall'altro e di sfruttare l'altro.
Super Io patologico: potere, ricchezza, gloria e dominio,
quali sistemi valoriali infantili, scarso interesse per etici,
estetici o intellettuali, frequentemente manipolati per
difendere l'autostima e l'orgoglio. L'autostima é regolata
maggiormente dalla
vergogna che
dalla colpa.
Il narcisismo é l'esperienza di essere abusati, confusi e
scippati della propria anima, Di essere impotenti mentre
un'altra persona esercita su di noi il proprio potere
(seduzione, violenza, manipolazione, abuso, ricatto, etc.).
Questo crea una ferita, la ferita narcisista che implica sempre
un'umiliazione. Vi é un'inversione di ruolo: non sono i genitori
al servizio del narcisismo infantile, ma é il bambino che viene
usato dai genitori per soddisfare i loro bisogni narcisisti. In
questo modo il bambino nega e perde se stesso. Diviene un
individuo etero-diretto, definito interamente dall'altro e in
assenza di una risposta positiva, rimangono: vuoto, disperazione,
depressione, forte tensione. Nel processo di crescita
l'individuo impara a rinunciare al piaceri del sé reale in
cambio del potere e del controllo sull'altro.
I narcisisti
negano i sentimenti che contraddicono l'immagine.
E'
l'investimento sull'immagine che diventa il motore del proprio
agire. La tensione si concentra alla base del cranio, dove si
trovano i centri visivi, per influenzare la percezione visiva
della realtà. Il narcisista non é capace di amare l'altro perché
non é in grado di amare se stesso e di accettarsi per ciò che
realmente é: un essere umano. Il desiderio di contatto con
l'altro é sostituito dal potere sull'altro. Ammettere il bisogno
dell'altro significherebbe incontrare nuovamente la ferita
narcisista e questa é una delle cose che più lo spaventa, sentirsi in balia dell'altro (esperienza primaria con i
genitori che detenevano il potere). Cedere il controllo lo fa
sentire in balia dell'altro. Un individuo sano pur dipendendo
dal mondo esterno é nel contempo in grado di riferirsi a se
stesso, é capace di riferimento riflessivo. La coscienza
autoriflessiva é una tappa evoluzionistica che consente alla
specie umana di perfezionare la conoscenza di sé per migliorare
il proprio adattamento all'ambiente. Per questo motivo la
persona sana si identifica per prima cosa col proprio corpo,
molto difficile per il narcisista perché ha gravemente inibito
la funzione percettiva. Anche in termini di valori umani, un
altruismo che non passi per la felicità del proprio corpo, é
immorale. Il narcisista patologico é costretto a scindere
l'immagine di sé dalla propria autenticità, é allenato a
nascondere e sopprimere il vero sé, costruendo un'immagine
idealizzata ma non reale. Questa é la sua modalità di
funzionamento perché da bambino é stata proprio questa la
richiesta dei genitori. Si organizza per essere quello che
l'altro vuole. Nella sua storia personale si sono ripetute
esperienze e conseguenze di:
RICHIESTE IMPOSSIBILI --> UMILIAZIONE --> VERGOGNA -->
NARCISISMO --> UCCISIONE DEL Sé DEL BAMBINO
A differenza del
carattere rigido che ha vissuto un'altra esperienza:
RICHIESTE POSSIBILI --> IMPEGNO --> GRATIFICAZIONE
La forma più grave di narcisismo patologico ha un'eziologia
molto antica, dalla nascita al primo anno di vita circa. La madre
tratta il bambino come un pezzo di sé e non come un essere
vivente diverso da sé. E' immediata la mancanza di empatia verso
la nuova vita che si esprime, il piccolo é unicamente
idealizzato ma non riconosciuto per la sua realtà. Quando il
piccolo non coincide con l'immagine idealizzata dalla madre (mio
figlio non piange, mio figlio non urla e si fa capire perché é
speciale, etc.) il fanciullo é visto come un "mostro", osservato
con orrore. Questa é l'immagine che il bambino riceve di sé e
della sua spontaneità, del suo essere naturale. "Ti vedo come un
mostro se non sei come voglio", il bambino diventa la pattumiera
della madre: "se mi deludi non sei niente, non vali niente". La madre non
riconosce il figlio quando non aderisce all'immagine che lei
stessa ha costruito di lui, non vede questo essere vivente come
suo figlio e il piccolo si sente un mostro, un alieno. Per
questo motivo nella vita la problematica dell'umiliazione e
della vergogna é distruttiva per lui, c'é stato un annientamento del sé,
una disgregazione, una disorganizzazione, alimentata dalla paura
dell'annientamento. C'é molta debolezza perché la ferita é
veramente precoce, un momento in cui il piccolo é assolutamente
dipendente dalla madre per la sopravvivenza, non ha ancora
conquistato la stazione eretta e non é in grado di camminare. La
ferita precoce porta al
ritiro, nella vita sarà costante
l'illusione della grandezza (se lo faccio sono il più bravo), ma
non si sperimenta mai per mancanza di energia. La fragilità di
fondo in funzione al sentirsi speciale si manifesta nella
critica del lavoro e delle azioni altrui. Lo shock primario non
gli consente una organizzazione, facilmente può scivolare nel
disturbo paranoide. Trova i difetti su tutto e tutti, ma lui non
si mette in gioco.
Nel caso invece che la prima ferita possa in qualche modo
essere riparata dalla madre, principalmente per pietà di una
creatura così piccola e indifesa, non appena il bambino
acquisisce la prime abilità ecco che l'immagine idealizzata
della madre entra in gioco con una prepotenza che non accetta il
suo bambino naturale. A questo punto le richieste diventano
eccessive e impossibili: (devi mangiare tutto e senza sporcarti,
a te non piace giocare come gli altri, a te piace leggere i
libri o guardare le figure di libri illustrati, a te non piace
giocare con la sabbia in spiaggia, ma prendere il sole sullo
sdraio per un'abbronzatura perfetta, etc). Il bambino per essere
accettato deve tentare di soddisfare le illusioni del genitore,
deve essere speciale, diverso dagli altri. A differenza dello
psicopatico che deve sostenere la madre attraverso il suo
"tenersi su", che comunque ha un confine, nel narcisismo
é
attiva una scissione di base delle emozioni. Dietro la sua
maschera c'é l'emozione che il narciso non vuole incontrare per
paura di vedere gli occhi di terrore della madre che lo guardano
come un mostro. A questo punto il suo potere e la sua immagine
sono sostenuti dalla gratificazione. La gratificazione ha la
funzione di placare la sua ansia, ma poi, mai soddisfatto
(voglio, voglio, voglio...), ha bisogno di un'altra
gratificazione. E' abituato a meritare la gratificazione a patto
che: sia bravo, buono, intelligente, etc. Infatti, é abile ad
adattarsi alle richieste del prossimo, Ha ricevuto da bambino
cure (non amorevoli) ma finalizzate a qualcosa, é addestrato
all'organizzazione di illusioni per aderire al modello
idealizzato dai genitori. Il suo corpo appare armonico e rigido, a differenza del carattere rigido non ha sufficiente energia
coesa che lo sostiene. A differenza del
carattere masochista
che non può ribellarsi al seno che lo ha allattato, nel
narcisismo l'altro non c'é, non esiste. Non considera, non sente
la possibilità di amare qualcuno perché il genitore del
narcisista seduce il figlio ma non é in grado di amarlo, il
piccolo non si sente visto per quello che é e questo crea una
profonda insicurezza di base. La madre come dice Alice Miller “ non è una cattiva madre, ha essa stessa carenze narcisistiche e dipende da una certa risonanza nel bambino, perché, in fondo, è lei stessa una bambina in cerca di un oggetto disponibile. E per quanto ciò possa apparire paradossale, il bambino è disponibile; il bambino non ci sfugge come un tempo
ci è sfuggita la madre. Il bambino si può educare in modo da
farlo diventare come piace a noi. Dal bambino si può ottenere
rispetto, aspettarsi che condivida i nostri sentimenti;
nell'amore e nell'ammirazione del bambino, ci si può
rispecchiare, dinanzi a lui sentirsi forti; quando se ne è
stanchi lo si può affidare ad altri; grazie a lui è possibile,
infine, sentirsi al centro dell'attenzione: gli occhi di un
bambino seguono ogni movimento della madre. In una donna che ha
dovuto reprimere e rimuovere tutto ciò con la propria madre, per
quanto essa possa essere colta e non mancare di buona volontà,
per quanto sappia ciò che occorre al bambino, dinanzi alla
propria creatura sentirà questi bisogni ridestarsi dal profondo
del suo inconscio e tendere al soddisfacimento. Il bambino lo
avverte chiaramente e rinuncia presto ad esprimere le proprie
esigenze.
Un bambino usato, inascoltato, calpestato, invaso sarà un adulto impossibilitato ad essere se stesso, obbligato a recitare una parte che non gli appartiene per poter immaginare di essere
adeguato nelle situazioni della vita, una persona eccezionale e speciale
C'é una profonda confusione nella
dimensione narcisista, per lui non é chiaro dove sia l'amore e
cosa sia il legame, la relazione.
Il dramma del narcisista
risiede nella prestazione.
Siccome é molto intuitivo e
molto intelligente, non sente il bisogno di costruire competenze
specifiche, vive di "liquidità" e adattamento alle richieste.
E' possibile osservare il narcisismo anche come patologia
sociale, non ci sono più confini ma solo orizzonti: non so cosa
sono, non so chi sono, posso/devo essere solo ammirato per uno
pseudo riconoscimento. Anche nella sessualità il narcisista
avverte una scissione tra piacere e gratificazione. Il suo
obiettivo é la gratificazione (come sei bravo) e non il piacere,
deve continuamente priflettere su quello che l'altro pensa di lui.
Anche nel lavoro non riesce a fare un lavoro e farlo bene con
piacere di sé, necessita continuamente della conferma
dall'esterno: il giudizio ed i complimenti degli altri. Oscilla
incessantemente tra:
ESTERNO GRATIFICANTE = ESSERE SPECIALE
ESTERNO NON GRATIFICANTE = NON VALERE NULLA
Non ha energia propria e deve dipendere dal sociale, per
vivere e caricarsi energeticamente deve prendere l'energia
dall'esterno. Come conseguenza, a differenza di tutte le
strutture caratteriali, dove quando crolla la difesa emerge
l'emozione che c'é sotto, nella problematica narcisista quando
crolla la difesa (illusione), non emerge nulla, troviamo il
vuoto, il limbo, lo smarrimento.
La terapia dovrà iniziare dal corpo, non con il verbale.
Il narcisista dovrà iniziare a sentirsi, partendo dalla realtà del suo corpo potrà
gradualmente incontrare la distorsione che egli opera del mondo
e dell'amore che, purtroppo, a suo tempo non ha ricevuto. A
livello oculare, guarda per essere visto, non usa gli occhi per
il contatto, anche perché non conosce se stesso, non sa neanche
chi egli sia e senza un sé i contatti relazionali sono vuoti,
scarichi di emozioni. C'é dissociazione tra il corpo e la sua energia,
il corpo sembra vivo e vitale, ma l'energia si é ritirata
soprattutto tra le sue scapole. Un "blocco" della articolazione
scapolo toracica (in mezzo alle scapole) non consente la
retro-posizione dei monconi delle spalle e di conseguenza il
torace fatica ad aprirsi, rendendo il cuore all'interno della
gabbia toracica come un prigioniero dietro le sbarre di una
prigione. Per il narcisista il suo corpo
rappresenta un limite, se si allontana dal corpo non sente più i
blocchi, le tensioni e soprattutto le emozioni collegate: il suo
forte bisogno d'amore e il terrore che questo possa portarlo ad
incontrare ancora quegli occhi rifiutanti che hanno costretto al
suo cuore di imprigionarsi dentro una fortezza rappresentata
dalla gabbia
toracica. Solo allentando poco per volta e con il rispetto
necessario questa tremenda prigione il cuore potrà finalmente
respirare. Lo spazio del sé e del non sé é molto delicato,
occorre riacquistare la propria verità interna. L'esperienza
terapeutica ci é amica, possiamo anche non averne paura, a
condizione che il terapeuta abbia rispetto della singolare
finestra di tolleranza del paziente; occorre un lavoro delicato
e realizzato a piccoli passi.
Il narcisista deve imparare a caricare e scaricare il proprio
corpo energeticamente, a sentire il senso della sua forza e
riuscire a scaricarla, nonostante il suo Io auto-torturante: "se
non sono il migliore non valgo nulla". Nella forma più grave il
narcisismo (Covert) si esprime: "siccome non ce la faccio a
farlo perfettissimo, non ci provo neanche". Non c'è una
esposizione di se ma un ritiro, si crede il migliore ma non
vuole rischiare, quindi si nega la possibilità di imparare
dall'esperienza, manca di
grounding. Si differenzia dal tratto
orale del carattere che ha un altra situazione: "non ci provo
per risparmiare la poca energia a mia disposizione" Nella forma
più evoluta (Overt) il narcisismo segue una percorso ancora
diverso: "ci prova sempre a fare qualcosa, anche quando non ne
ha le competenze", si lascia guidare dal suo impulso di essere
speciale, il numero uno. Abitualmente commette molti errori e le
conseguenze possono essere veramente dolorose per se stesso e per le
persone a lui vicine, tuttavia nega sempre ogni errore e
respinge ogni critica. Questa forma se accompagnata da elementi
paranoici fa vedere al narcisista ogni persona che non lo
riconosce speciale come un potenziale nemico; emerge in lui una rabbia
feroce ogni qualvolta si leva la maschera da bambino adattato.
In terapia è inutile tentare di convincerlo che quello è il suo
falso sé, occorre farlo uscire dall'illusione che in quel vuoto
si può star bene. L'adulto narcisista è stato un bambino
utilizzato dal genitore come la discarica della sua angoscia, il
piccolo è stato costretto a:
- Dissociarsi dalle emozioni (per non impazzire in quella
tenera età);
- Ubbidire al persecutore interno: "Devi essere di più, non é
mai abbastanza quello che sei e che fai".
A differenza del
masochista che rinuncia a sé in funzione
dell'altro, il narcisista si nega la possibilità di sentire per
paura di poter essere invaso dall'umiliazione e dalla vergogna.
Per lui il mondo è un invasione di umiliazioni senza confine; la
sua salvezza sta nel scindersi e non sentire i propri
sentimenti. Non si tratta di un ritiro, come nel
carattere
schizoide, ma di una vera e propria sconnessione narcisistica.
Ancora diversa è la posizione del
rigido, dove è attivo
l'accesso alle sensazioni e alle emozioni, lui sente, è
consapevole di quello che sta succedendo, la sua difesa consiste
nel negarlo agli altri.
IL NARCISISMO SANO Nel narcisismo sano è presente
il rispetto dei propri limiti,
nonostante una tendenza alla perfezione. Quindi, nel narcisismo
sano la persona può essere aggressiva, può prendere quello che
vuole dalla vita, può esprimere i sentimenti anche se con una
certa difficoltà, può sentire il bisogno di farsi vedere per
quello che realmente è, almeno nelle relazioni più intime e
importanti. Saper rispettare i propri limiti gli consente il
contatto con l'altro e un possibile scambio affettivo. Il
rispetto del proprio confine consente la comunicazione dei
propri bisogni, soprattutto il riconoscimento del diritto a
comunicare, nella fiducia/speranza che l'ambiente possa
soddisfarli.
Come aiutare un paziente affetto da narcisismo patologico ad
evolvere verso la salute psicofisica?
Il trattamento psicoterapico del narcisismo
patologico dovrà aiutare la persona a sostituire l'immagine di
potere con la sensazione di possesso di sé (empowerment/responsabilizzazione
attraverso la conoscenza di sé). Il
grounding dovrà essere costruito e sostenuto, gli arti inferiori
potranno ritrovare la loro espressione. Quello che si nega il
narcisista è il piacere, gli altri gli servono per essere
eccitato, ammirato, ma ha troppi bisogni inespressi e
inconsapevoli per sentire piacere. Ogni essere umano può stare
con piacere insieme agli altri solo se è in grado di stare con
piacere insieme a se stesso. Diversamente il bisogno degli altri
si limita al bisogno di qualcosa: "questa persona mi serve per
avere uno sconto, l'altra per ottenere un vantaggio, oppure per
guadagnare del denaro, etc.".
IL NO Il no è un confine. Nella problematica narcisistica
non esiste: "mi convinco che ce la posso fare e sono già
diventato come l'altro mi vuole;
non sento me stesso. Non
impegnarsi nelle relazioni è il suo unico modo per mettere un
confine, per dire un no, ma in modo mascherato. Se si impegna
per lui è un pericolo reale, una "fregatura" totale, perché non
avendo un confine, non può dire no e continuerà ad abusare di
se. La sua rabbia inconscia recita: "Non posso essere solo
adattato a quello che vuoi tu". Per il terapeuta è
fondamentale conoscere la verità propria per aiutare l'altro.
Nella relazione d'aiuto il terapeuta deve essere allenato a
conoscere il suo falso sé, non possiamo raggiungere l'altro con
il nostro falso sé, è necessario interagire in modo vero. La
congruenza e l'autenticità dello psicoterapeuta è curativa per
il narcisista, che è un esperto a vedere/capire se l'altro sta
usando il suo falso sé. L'illusione collegata ad un tratto
caratteriale é generata dalla trasversalità della dimensione
narcisistica. Nella sua storia il genitore ha avuto un forte
bisogno di essere gratificato dal figlio in modo particolare e
disfunzionale: "ti pompo per farti diventare quello che voglio
io". Nella disorganizzazione del bambino è presente anche la
ribellione: "non voglio diventare quello che tu vuoi". Maggiore
è l'adattamento e più profondo (patologico) è il tratto
narcisistico, il disturbo si sviluppa per reazione all'orrore
letto negli occhi del genitore, colpisce la sua mente. per non
impazzire si adatta all'altro. Il suicidio, a differenza del
carattere orale, non interessa il narcisista, lui si è già
ucciso, potrebbe al contrario trasformarsi in un assassino. Da
differenza dello
psicopatico che non conosce l'invidia, il
narcisista è invidioso, inoltre ha una devastante paura del
rifiuto. Il potere sugli altri serve al narcisista per evitare
il rifiuto, allo psicopatico per manipolare e comandare.
CARATTERISTICHE FISICHE Sembra che l'energia non gli
appartenga, il corpo appare immaturo, alienato. E' presente una
tensione tra le scapole, per la sua difficoltà ad aprire il
cuore alla vita e, di conseguenza, ad espandere il torace. Nello
sguardo c'è un senso di torsione, non guarda direttamente, tende
a contorcere il suo corpo; lo sguardo non è penetrante ma
sfuggente. In sua presenza si può percepire un senso di freddo.
C'è una tensione alla base del cranio che inibisce il pianto
profondo, utile nella sua patologia per riportare tutto al ragionamento piuttosto che al
sentire. I muscoli del tronco sono abitualmente collassati. Il
collo è sottile, le braccia sono sottili e sconnesse. Il bacino
e i glutei sono immaturi, scarichi di energia. Gli arti
inferiori sono poco sviluppati, i muscoli contratti e rigidi,
talvolta le ginocchia si presentano vare. I piedi sono spesso piatti,
contratti e sottili. La pelle è "smorta" scarsamente caricata.
Il reale bisogno del narcisista patologico, anche se
inconfessato e inconfessabile, soprattutto nelle fasi iniziali
della terapia, è di sperimentare il contrario dell'orrore che lo
accompagna dall'infanzia. Il suo è il bisogno del bambino
interiore che vorrebbe poter giocare e gioire, spontaneamente e
naturalmente, senza l'incessante paura che questo possa
scatenare la guerra degli affetti e l'annientamento della sua
affettività, così duramente colpita e in un periodo antico, dove
la sua fragilità non gli ha consentito altra via di fuga dalla
follia presente nella situazione familiare.
Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico, Supervisore
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147
Studio di psicologia, psicoterapia, consulenza di coppia, mediazione familiare a Milano
psicoterapia individuale - cura dell’ansia, della depressione, dello stress del disagio relazionale ed esistenziale psicoterapia di coppia
- meccanismi inconsci possono condizionare gioie, liti,
conflitti, tradimenti e incomprensioni familiari
psicoterapia di gruppo
- di analisi bioenergetica, la conduzione che si struttura anche attraverso il linguaggio del corpo
colloquio psicologico
- è un incontro tra uno psicologo e una persona che lo contatta a causa di un malessere
ansia e attacchi di panico
- la respirazione corta è condizionata da difese caratteriali
per la sopravvivenza infantile
depressione, calo di energia - inchioda l'individuo,
tristezza, sconforto, disagio, malinconia, si impossessano di
lui
problemi caratteriali, relazionali - bisogno di intimità
e auto espressione, paura che i due elementi possano escludersi
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