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Wilhelm Reich, la vegetoterapia carattero-analitica
Wilhelm
Reich fu la prima figura che esercitò un’enorme influenza nel
campo della psicoterapia corporea. Negli anni trenta sviluppò un
quadro teorico elaborato e completo. La terapia reichiana
affonda le sue radici nella psicoanalisi e sente l’influenza di
Paul Schilder, supervisore di Reich, noto per aver creato un
intero campo di ricerca psicologica: lo studio dell’immagine
corporea. Secondo Schilder l’interazione con i genitori poteva
forgiare le tendenze posturali e motorie nei bambini e in un
articolo pubblicato nel 1928 egli afferma che nel primo sviluppo
infantile c’è la possibilità che le risposte genitoriali
influiscano sull’emergere delle esplorazioni posturali e delle
espressioni motorie del bambino. Reich doveva averne tratto un
primo, importante impulso a collegare il fisico e lo psichico.
(George Downing, Il corpo e la parola, Astrolabio, Roma, 1995,
sezione V° - pag. 345).
Un’altra importante influenza è quella di Salvator Ferenczi,
citato frequentemente in numerosi articoli di Reich verso la
metà degli anni venti. L’orientamento progressivo di Ferenczi
verso il corpo corrisponde quasi fedelmente agli anni della sua
amicizia con Reich. Quest’ultimo costruisce il suo impianto
teorico attraverso una posizione molto singolare per
quell’epoca. A differenza di Ferenczi, Reich non appare
interessato al corpo come mezzo utile per ricuperare ricordi
motori e segmenti del passato altrimenti inaccessibili,
concentra la sua attenzione su altri fenomeni osservati. Ritiene
che gli interventi sul corpo abbiano lo scopo di liberare il
movimento espressivo, la spontaneità, la vitalità di un
individuo, alla ricerca dell’”uomo naturale” celato sotto le sue
difese caratteriali stutturatesi nel corpo sotto forma di
“blocchi”. In questa visione Reich si dimostra più vicino a
Rudolf Laban, ex ballerino, con una visione olistica della
danza, utile a liberare il movimento naturale, sommerso sotto un
rivestimento inconscio di restrizioni e inibizioni culturali.
Reich ha trasferito l’esperienza di Laban e il suo “movimento
espressivo naturale” in un setting di psicoterapia. Il risultato
è un modello teorico molto coerente, con particolari attenzioni
ai dettagli clinici emergenti da questa particolare psicoterapia
corporea.
A partire dagli anni trenta iniziò ad integrare l'analisi del
carattere con quella che egli stesso definì vegetoterapia
carattero-analitica. Quest'ultima era una nuova metodologia che
si riferiva ai sistemi che interagivano fra di sé nell'uomo per
l'espressione della vita emotiva, affettiva ed istintiva:
o il sistema neurovegetativo
o il sistema muscolare
o il sistema neuroendocrino Questi sistemi di base, interagenti tra di sé, sono percorsi
dalla libido che per Reich, a differenza di Freud, non è più una
pulsione psichica di origine esclusivamente sessuale, ma
un'energia biologica misurabile. Rifacendosi alle ricerche di
Franz Kraus sulla convertibilità dell'energia bioelettrica,
Reich intraprese una serie di studi che tentarono di collocare
il concetto psichico di libido freudiana in un quadro
anatomo-funzionale.
L'energia che egli individuò fu definita da lui stesso energia
vitale o energia orgonica.
L'orgasmo, termine che fuso con organismo dette vita al
neologismo orgonico. E’ la funzione attraverso la quale si
realizza il flusso dell'energia vitale nell'organismo secondo il
meccanismo di pulsazione che Reich scandì in quattro fasi: o tensione meccanica
o carica
o scarica
o distensione meccanica Reich rilevò che tale modalità, oltreché estrinsecarsi nella
funzione dell'orgasmo sessuale, era a suo dire riscontrabile in
tutte le funzioni vegetative degli esseri viventi: cuore,
intestino, polmoni, etc.
Secondo Reich, all'impossibilità di avere un orgasmo,
corrispondeva una certa quantità di energia vitale (libido) che
rimaneva imprigionata tra il sistema neurovegetativo (simpatico
e vagale) e il sistema muscolare. Quest'ultimo in particolare
andava costituendosi a corazza tra il sistema vegetativo
plasmatico ed il mondo esterno. Reich definì corazza o armatura
muscolare l'ipertono muscolare dovuto ad una stasi di energia
vitale. La corazza muscolare
Si disporrebbe su vari segmenti (o livelli)
corporei. Ogni segmento funziona in modo circolare, come un
anello, ed è rappresentativo di diverse fasi evolutive. Ogni
anello corrisponde ad un livello. Reich ne individuò sette: o occhi-orecchie e naso (orbito-frontale)
o bocca
o collo
o torace e braccia
o diaframma
o addome
o pelvi e gambe Li definì come: l'insieme di quegli organi e quei gruppi di
muscoli che sono in contatto funzionale tra loro, in grado di
indursi reciprocamente e compiere un moto espressivo-emozionale. Il primo segmento, definito anche oculare, considera i muscoli
del cuoio capelluto, della fronte, dell'orecchio, dell'occhio e
del naso.
Il secondo segmento, definito anche orale, considera i muscoli
della bocca.
Il terzo segmento, definito anche cervicale, considera i muscoli
del collo, la lingua, la faringe e la laringe.
Il quarto segmento, definito anche toracico, considera i muscoli
del torace, gli organi in esso contenuti e i muscoli degli arti
superiori.
Il quinto segmento, definito anche diaframmatico, considera il
diaframma.
Il sesto segmento, definito anche addominale, considera i
muscoli dell'addome.
Il settimo segmento, definito anche pelvico, considera i muscoli
delle pelvi, quelli degli arti inferiori e gli organi viscerali
contenuti nel bacino. Secondo Reich era possibile lavorare sul corpo attraverso
particolari esercizi fisici. L'intento era di far rivivere al
paziente vissuti ed emozioni che potevano trovare in uno dei
sette anelli il loro riferimento anatomo-funzionale. Gli
esercizi sono chiamati acting e vengono somministrati
dall'analista secondo un preciso ordine che ripercorre lo
sviluppo naturale dell'uomo, cioè in senso cranio-caudale
(dall'alto verso il basso). La sistematizzazione della
metodologia, che pone particolare attenzione agli aspetti
neurovegetativi, si deve a Federico Navarro che ne ricevette
incarico dall'allievo di Reich, Ola Raknes. Ogni acting ha una durata variabile tra i quindici e i
venticinque minuti, durata media del sonno REM. Alla fine di
ogni esercizio il paziente riferisce verbalmente all'analista le
sensazioni (immagini, pensieri, ricordi, emozioni, etc.)
provate.
Ogni acting tende a far ripercorrere al paziente l'esperienza
del suo sviluppo psico-affettivo attraverso l’emergere di
sensazioni ed emozioni collegate a quello stadio di sviluppo. La
Vegetoterapia, facendo emergere sensazioni ed emozioni che
costituiscono messaggi necessari per la lettura del carattere,
tende all'eutono muscolare (connesso alla verticalizzazione del
corpo), a riequilibrare il sistema vago-simpatico e il sistema
neuroendocrino.
Il training vegeto terapico, con la somministrazione dei vari
acting, si pone l’obiettivo di eliminare il sintomo (sia esso
somatico o psichico) non attraverso la sua soppressione, ma
attraverso l'eliminazione della stasi energetica che lo ha
determinato.
La sua stessa metodologia fa sì che l'analista non debba
effettuare interpretazioni verbali in quanto il cambiamento
avviene grazie alla pratica dell'esercizio. L'utilizzo del così
detto materiale analitico avviene pertanto in chiave analogica.
Ogni acting è rispettoso del processo difensivo dell'Io del
paziente secondo la logica che la corazza è comunque il
tentativo dell'Io di preservare la propria inidividualità e va
dunque considerata come un meccanismo di adattamento.
Dott. Cosimo Aruta
Psicologo, Psicoterapeuta, Analista Bioenergetico
Iscritto all'Ordine degli Psicologi della Lombardia con il n° 12147
Studio di psicologia, psicoterapia, consulenza di coppia, mediazione familiare a Milano
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lui
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